Putin, i cinque grandi errori nella guerra in Ucraina: dalla marcia (fallita) su Kiev alla disfatta sul Mar Nero

Lunedì 26 Febbraio 2024, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 18:34 | 1 Minuto di Lettura

La marcia su Kiev

Il primo errore, madornale, è stata la gestione della marcia su Kiev. La presa della capitale, nei piani di Vladimir Putin, avrebbe dovuto essere imprescindibile e soprattutto rapida. Ma così non è stato. Un serpentone di oltre 60 chilometri si era snodato dalla Bielorussia per accerchiare Kiev e, dopo aver brutalizzato la popolazione in alcuni sobborghi come Bucha, era anche riuscito a entrare nella capitale. Ma a quel punto la reazione dell'esercito ucraino è stata abile al punto da spezzare i rifornimenti e da isolare i contigenti russi. «Per gli ucraini la difesa è stata abbastanza semplice: sono stati agili, hanno distrutto i ponti e attaccato i veicoli di testa. Di fatto riuscendo a fermare l'avanzata delle truppe - ha detto Peter Mansoor, colonnello dell'esercito in pensione e professore di storia militare alla Ohio State University – E l'esercito russo, da parte sua, si è diimostrato totalmente incapace di condurre una guerra moderna».

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