Ucraina e Russia, guerra anche dopo Putin? Ecco perché le radici del conflitto continueranno a sopravvivere

di Alessandro Strabioli
Venerdì 8 Marzo 2024, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 15:33 | 1 Minuto di Lettura

Confini e imperialismo

Navalny, che trascorreva le estati con i suoi nonni ucraini, aveva storicamente sposato l’idea che russi, ucraini e bielorussi fossero un unico popolo e che la Crimea, annessa illegalmente da Putin nel 2014, fosse storicamente una parte della Russia. Anche Navalny a un certo punto ha corteggiato i gruppi ultranazionalisti nel tentativo fallito di formare una più ampia coalizione anti-Putin. Ma Navalny aveva fatto marcia indietro su questi temi, più recentemente con la pubblicazione, lo scorso anno, di un piano in 15 punti per smantellare la dittatura di Putin e riportare l’Ucraina ai suoi confini pre-1991, compresa la Crimea. Il piano proponeva di risarcire l’Ucraina e di indagare sui crimini di guerra russi. Eppure lo scetticismo rimane. Mentre Zelenskyj si è affrettato a condannare la morte dell'oppositore come l’ultima prova del regime omicida di Putin, non ci sono state manifestazioni di cordoglio. Alcuni addirittura si sono rallegrati della notizia, applaudendo la morte di quello che molti hanno definito “uno sciovinista imperialista”. «La vita di Navalny non ha portato alcun beneficio alla vittoria ucraina; invece, ha causato danni considerevoli. Ha alimentato in Occidente l’illusione che la democrazia in Russia sia possibile», ha scritto su Facebook Valeriy Pekar , un importante docente della Kyiv-Mohyla Business School.

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