Beniamino Zuncheddu assolto dopo 33 anni in carcere: «Mi hanno rubato la vita, ora ho bisogno di un risarcimento»

Sabato 20 Aprile 2024, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 08:37 | 1 Minuto di Lettura

Lui: «Ora ho bisogno di un risarcimento dello Stato»

«La mia famiglia mi ha aiutato, i miei fratelli hanno lavorato per me. Soprattutto mia sorella e mio cognato. Ma ho bisogno di un risarcimento da parte dello Stato. Ho anche dei debiti. Intanto, lo Stato magari mi dia mille euro al mese…». Lo dice Zuncheddu che è oggi a Marsala (Trapani) per partecipare al convegno organizzato dalla Camera penale «Stefano Pellegrino» sul tema «I tre grandi errori giudiziari. Enzo Tortora, Giuseppe Gulotta, Beniamino Zuncheddu (storie e testimonianze delle vittime della malagiustizia)".

«Come ho fatto a non impazzire in questi 32 anni in carcere? E' difficile spiegarlo - dichiara Zuccheddu all'ANSA - Pensavo: un giorno o l'altro devo uscire perché sono innocente. Mi hanno rubato la vita. Tutti, comunque, in carcere, mi trattavano bene. Sia i carcerati che le guardie. Erano convinti della mia innocenza».

Rinchiuso in carcere due mesi prima di compiere 27 anni, Zuncheddu ne è uscito a 59 con l'ordinanza di scarcerazione disposta dalla Corte d'appello penale di Roma il 25 novembre 2023. E durante la detenzione, non essendosi mai dichiarato colpevole di un reato che non aveva commesso, non ha potuto usufruire degli istituti premiali previsti dalla legge. E' stato recluso nella casa circondariale di Badu 'e Carros, a Nuoro, nel vecchio istituto penitenziario di Cagliari e nel nuovo, quello di Uta. Di cella in cella, anno dopo anno, pur essendo innocente.

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