Con tre dosi di vaccino (o con due dosi ma fatte da poco) si potrebbe restare in classe anche se ci sono tre casi positivi. Le nuove regole per la quarantena arrivano anche a scuola: è allo studio, infatti, un nuovo iter per gestire tra i banchi contatti stretti e isolamenti. La linea del Governo è chiara e lo è stata fin dal primo giorno: gli studenti devono poter restare a scuola in presenza il più possibile. I ragazzi, infatti, da due anni sono alle prese con la didattica a distanza che, tra chiusure e quarantene, ha messo in difficoltà il rendimento scolastico e i rapporti sociali. E così, per garantire le lezioni in presenza, le nuove norme sulle quarantene possono influire anche sul protocollo messo a punto per gli istituti scolastici.
Le nuove regole decise dal governo stabiliscono che, in generale, un cittadino con tre dosi di vaccino venuto a contatto con un positivo non ha più l’obbligo di isolarsi.
Se invece si decidesse di non estendere alla scuola l’allentamento delle regole sulla quarantena introdotto per gli adulti, le conseguenze sono facilmente prevedibili: con l’impennata dei contagi in corso si andrebbe incontro a un gennaio di classi chiuse e di lezioni al computer. E oltretutto con le enormi difficoltà che già prima di Natale le famiglie incontravano per far eseguire i tamponi richiesti dai protocolli, condizione indispensabile per evitare l’isolamento e continuare con la didattica in presenza.
Intanto i presidi accolgono l’ipotesi di nuove regole con favore, ma chiedono chiarezza: «La norma andrebbe verso una progressiva normalizzazione della vita e servirebbe a riconoscere il vantaggio per chi si è vaccinato – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – il protocollo andrà rivisto completamente: aspettiamo quindi la valutazione degli uffici tecnici. Nel caso in cui dovessero cambiare le regole chiediamo, comunque, di avere indicazioni entro il 5 gennaio visto che la scuola riprende il 7».
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A gennaio si torna in classe, tra il 7 e il 10, tra tante difficoltà, tanto che la Regione Veneto ha avanzato l’ipotesi di riaprire in dad se dalla cabina di regia prima dell’Epifania dovessero emergere dati allarmanti sui contagi. Il governo si è già pronunciato, bocciando l’idea di non tornare in presenza. E a parte il Veneto, le altre Regioni per ora sembrano seguire la linea di Draghi e del ministro Bianchi: «La linea – assicur Claudio Di Berardino, assessore all’istruzione del Lazio e coordinatore del settore per la Conferenza Regioni - è quella di attenersi alle decisioni nazionali». Insomma anche le Regioni si sono ormai convinte che le lezioni dopo le feste debbano riprendere, per quanto possibile, in presenza
Nella scuola ormai la percentuale di studenti immunizzati è molto alta. Dal 13 dicembre sono partite le vaccinazioni per i bambini tra 5 e 11 anni che, a metà gennaio potrebbero quindi chiudere il ciclo primario, con le due dosi. Nel frattempo sono iniziate anche le prenotazioni per la terza dose tra i ragazzi over16: mentre per la fascia tra 12 e 15 anni è ancora valida la seconda dose.