Regina Elisabetta, Frankie Dettori: «Adorava i suoi cavalli e si divertiva col gossip. Le nostre serate bevendo gin tonic»

Regina Elisabetta, Frankie Dettori: «Adorava i suoi cavalli e si divertiva col gossip. Le nostre serate bevendo gin tonic»
Regina Elisabetta, Frankie Dettori: ​«Adorava i suoi cavalli e si divertiva col gossip. Le nostre serate bevendo gin tonic»
di Nicola Pinna
Venerdì 9 Settembre 2022, 22:01 - Ultimo agg. 10 Settembre, 08:57
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A Elisabetta, a bassa voce e col solito rispetto, Frankie Dettori lo aveva detto con chiarezza, poco dopo aver ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico: «Sono molto orgoglioso di questa onorificenza, ma io resto italiano». Il fantino sardo, che ha fatto impazzire gli scommettitori inglesi e che sfoggia con fierezza molti record, alla regina ha regalato grandissime soddisfazioni portando in trionfo i cavalli della scuderia reale. Insomma, a Buckingham Palace era davvero di casa. 

Il dolore di un amico non è quello di un suddito qualunque. Qual è la sua sensazione oggi? 
«L’abbiamo sempre vista come una persona immortale.

Questa morte è difficile da accettare. Non mi sembra vero, sento un forte senso di smarrimento. Mi mancherà moltissimo. Ma mancherà a tutto il Regno e non è un caso che in queste ore il Paese si sia fermato. Qui c’è silenzio, non ci sono auto in giro». 

Il suo era un rapporto privilegiato: la considerava un’amica?
«È difficile considerarsi amico di Sua Maestà. Ma un rapporto andato avanti per 30 anni ha un grande valore: sono orgoglioso di aver vinto 50 corse per lei. Il nostro rapporto si è rafforzato col tempo. Più tempo passava e più mi sentivo a mio agio al suo cospetto. All’inizio di fronte alla regina mi sentivo tremare, provavo un forte senso di apprensione. Poi siamo arrivati a chiacchierare a bassa voce, ci facevamo anche le battutine. Ma ogni volta che la incontravo provavo una forte emozione. E grandissimo rispetto».

Ricorda la prima volta che l’ha incontrata?
«L’ho vista al tondino poco prima di gareggiare per la sua scuderia: è stato un incontro di pochi minuti. Ero pietrificato, non sapevo come comportarmi e non sapevo cosa dire. Non sapevo se fare l’inchino o se darle la mano. Nel dubbio sono stato zitto e immobile». 

Quanto era legata ai cavalli?
«Veniva due volte all’anno a vederli. Andavamo a prendere il tè e facevamo lunghe chiacchierate. Conosceva tutti i puledri che facevano le gare. Non si stancava mai di parlare di gare, di fantini e di trofei». 

Quanto era impegnativo montare i cavalli della regina?
«Quando entravi nella sala dei fantini e vedevi le bandiere e la maglia con i suoi colori sentivi un’emozione fortissima. Orgoglio inspiegabile. Vincere per lei è molto più che conquistare un qualunque trofeo».

Di cosa parlavate con il gin tonic in mano?
«Il primo argomento era sempre quello dei cavalli. Ma le piaceva tanto il gossip, senza essere irriverenti si può dire che si divertiva a spettegolare: come una nonna qualunque». 

Cosa ha combinato al suo bassotto? 
«La mia cagnetta si sentiva una modella e scappava di continuo. Una sera è andata in strada e non riuscivamo più a trovarla. Dopo alcune ore a salvarla è stato uno dei segretari più vicini alla regina. Attraverso il numero di telefono che il cane aveva sul collare mi aveva chiamato e mi aveva chiesto di andare a recuperare il bassotto. Quando sono arrivato ho trovato la regina a casa sua ed è stata lei a consegnarmelo. Abbiamo bevuto un gin tonic e abbiamo chiacchierato davanti al caminetto». 

Cos’è successo quando la invitò al ricevimento in onore del presidente Ciampi? 
«C’era la sfilata degli ospiti, tutti noi invitati passavamo davanti alla regina, al principe Filippo, al presidente Ciampi e alla moglie. Quando arrivai io, Elisabetta diede una leggera gomitata a Ciampi per annunciargli il mio passaggio. Gli disse che ero un jockey italiano ma il presidente pensava che fossi un dj. E lei si indignò perché il nostro presidente non conosceva un fantino di cui lei era tifosa». 

C’è una frase che ricorderà sempre? 
«Un giorno mi vantai con lei per aver vinto la “King George” per la quarta volta. Lei mi guardò e mi rispose che un altro fantino ne aveva già vinte sette». 

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