«Quelle pagine del Mattino
faro sulla Napoli che verrà»

«Quelle pagine del Mattino faro sulla Napoli che verrà»
di Valerio Esca
Sabato 21 Maggio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 24 Maggio, 07:18
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Continua senza sosta il tour del Mattino nei luoghi simbolo della città. Le prime pagine storiche più amate dai lettori in questi primi 130 anni di vita del quotidiano, proiettate sui monumenti, stanno illuminando le notti napoletane: dal Maschio Angioino al Teatro San Carlo, dall’ospedale Cardarelli a Capodimonte, dal lungomare alla facciata di Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, fino a Bagnoli. Le iniziative di questi mesi culmineranno nell’evento del 25 maggio, quando verrà celebrato il prestigioso traguardo con un evento speciale al Teatrino di Corte di Palazzo Reale.

L’Alfa Romeo Tonale blu del Mattino, guidata dall’artista Alessandra Franco, ha fatto tappa in diversi quartieri tenendo con il naso all’insù curiosi e turisti. Al Maschio Angioino la prima pagina del Giro d’Italia, con accanto una bicicletta rosa. «Napoli ha una storia millenaria e stratificata, ma anche un presente straordinario ed un futuro roseo da costruire: in quest’ottica, il ruolo dell’informazione cittadina è fondamentale - spiega il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi - Il Mattino ha vissuto i suoi primi 130 anni di storia innovando nel solco della tradizione: è proprio questo il percorso che abbiamo dinanzi a noi per rispondere alle priorità dei cittadini senza perdere la memoria. Insieme, in sinergia tra le istituzioni nazionali e locali, abbiamo infatti il dovere di rappresentare l’identità di Napoli come capitale del Mezzogiorno sempre più proiettata verso l’Europa».

 

Non lontano, sul colonnato di Palazzo Reale, è apparsa Matilde Serao, che insieme a Edoardo Scarfoglio ha fondato Il Mattino il 16 marzo del 1892. «Innanzitutto siamo contenti di ospitare l’evento del giornale il 25 maggio - ricorda Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale - La facciata di Palazzo Reale resta un luogo simbolico. Inserire tra le statue dei Re l’immagine di Matilde Serao, donna di grande cultura, è un giusto modo per ricordare le figure femminili che hanno fatto la storia di questa città».

Altro baluardo della città è il “Massimo napoletano”: «Per me Il Mattino è una storia fatta di profumi di inchiostro e di carta stampata, un piccolo piacere dell’olfatto, un mix di vaniglia e di odore dolce dell’etilbenzene, che riporta a mandorle e cioccolato». Immagini che corrono nella mente di Emmanuela Spedaliere, direttore generale del Teatro San Carlo, che racconta: «Il primo ricordo risale all’infanzia, quando si dormiva dai nonni e la mattina tra cugini c’era la gara a chi arrivava prima a prendere il giornale, che veniva lasciato sotto lo zerbino dal portiere, e portato a nonno Angelo. Penso che Il Mattino per i napoletani sia una storia d’amore che passa di generazione in generazione, ha sempre raccontato il nostro territorio, le nostre radici. È come il San Carlo, una storia che ci appartiene». Dal San Carlo a Capodimonte, dove la scorsa notte sono stati illuminati gli alberi davanti Porta Grande con le immagini del gallo, simbolo del Mattino.

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Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, rimarca: «“Il giornalismo ha un larghissimo ideale di verità da raggiungere”. La frase della fondatrice del Mattino, Matilde Serao, campeggia sul belvedere del Museo e Real Bosco di Capodimonte sulla panchina “adottata” dal quotidiano nell’ottobre 2017 aderendo all’ampia campagna di partecipazione che lanciammo in quell’anno. E i giornali del Mattino ci fanno compagnia anche nell’opera di Mario Merz “Onda d’urto”, visibile ora nella sezione di arte contemporanea. La carta stampata oggi sta cedendo il passo alla tecnologia digitale, ma la missione dell’informazione resta la stessa: raccontare il presente e contribuire a scrivere insieme il futuro della città. E sono sicuro che Il Mattino, il quotidiano di Napoli e dei napoletani, continuerà ancora a farlo in stretta simbiosi con il linguaggio artistico e la creatività della città».

Protagonista di una delle tappe del tour di video art è stato l’ospedale Cardarelli, con un “grazie” scritto a macchina per medici e infermieri: «Ritengo che i 130 anni rappresentino la forza di un organo di stampa punto di riferimento della popolazione campana e della città di Napoli - dice Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli - Il fatto di utilizzare i luoghi simbolo di Napoli per proiettare le pagine storiche mette insieme una serie di valori, tra cui anche l’arte. Questo rafforza il messaggio che si dà alla città». A Bagnoli invece è stata proiettata l’immagine di Giancarlo Siani, giornalista del Mattino ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985. «La storia di Giancarlo ha rafforzato il legame tra la città e il giornale - evidenzia il deputato del Pd Paolo Siani, fratello di Giancarlo - È parte imprescindibile della storia del Mattino. Lo è oggi a 130 anni dalla nascita del quotidiano, ma lo sarà anche a 230 e 330, non potrà che essere così».
 

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