Il dramma di Bergamo nell'opera di Munch diventa l'urlo di una comunità

Il dramma di Bergamo nell'opera di Munch diventa l'urlo di una comunità
di Massimo Marinali
Venerdì 19 Giugno 2020, 00:00
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C'è un bellissimo passaggio del celebre pittore, Gerhard Richter: «L'arte fa qualcosa di più che distruggere. Produce qualcosa, un'immagine diversa». Un'affermazione che rimanda all'opera realizzata da Madenotte che si intitola «The scream of Bergamo». L'artista si è ispirato al senso del dolore del capolavoro, lasciandone l'impalcatura grafica, ma stravolgendone l'impostazione. Ha utilizzato l'opera di Munch per creare un gioco teatrale dove si invertono le parti. L'urlo è diretto verso la Città alta e diventa il grido di dolore di una comunità metafisica. Madenotte sembra un Bansky italiano e mira a compiere una raffinata azione di mutazione prospettica, trasformando ogni spettatore da «passante indifferente» dell'opera di Munch a protagonista dell'opera stessa.

La sfida è portare l'osservatore a scegliere se partecipare al dolore o rimanerne indifferente. L'obiettivo non solo è non dimenticare o tralasciare l'angoscia di ogni cittadino di Bergamo, ma la amplificarla per renderla collettiva. È un processo proiettivo, dove tutti prendono parte al dramma bergamasco e possono partecipare all''urlo, ecco perché diventa l'urlo di una comunità. Per sviluppare un sentimento di rinascita corale.
 
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