La Donadio: «Un corto per combattere il tumore al seno»

La Donadio: «Un corto per combattere il tumore al seno»
di Oscar Cosulich
Lunedì 9 Novembre 2020, 18:01
3 Minuti di Lettura

Un intenso primo piano di Cristina Donadio apre il lungo piano-sequenza con cui è girato il cortometraggio «La scelta» di Giuseppe Alessio Nuzzo che, in occasione del mese della prevenzione del tumore al seno, è appena approdato in esclusiva su RaiPlay.


Negli 11 minuti del film seguiamo la Donadio e i suoi pensieri (restituiti dalla sua voce narrante) mentre dopo l'ultimo ciak di una giornata sul set raggiunge il camerino, toglie la parrucca di scena, si cambia d'abito e sale in sella al suo motorino per andare a farsi controllare il seno in un reparto oncologico. Nuzzo (reduce da un'edizione del «Social world film festival» appena concluso un po' in presenza e un po' sul web) ha fortemente voluto che la Donadio, la Scianèl di «Gomorra - La serie», interpretasse il corto perché, dice, «la storia della sua vita mi ha guidato eticamente ed esteticamente nello scrivere questa favola moderna. Cristina è stata madre a 16 anni, il suo primo matrimonio è stato a 18, poi il divorzio, un secondo matrimonio e l'incidente d'auto che a 37 anni la vedeva già divorziata, vedova, mamma e nonna. Il fatto che 5 anni fa abbia scoperto di avere un tumore e il modo in cui poi lo ha raccontato mi hanno spinto a girare questo film. Sono convinto che la sua storia personale diventi qui il simbolo di qualcosa di universale che ci riguarda tutti».


La Donadio inizialmente non era convinta all'idea di interpretare il film perché, dice, «mi sembrava fosse troppo autoreferenziale parlare del tumore al seno che ho scoperto mentre giravo la seconda stagione di Gomorra, ma che ho reso pubblico solo alla fine della terza stagione, quando ormai Scianèl era andata. Avevo scelto di far così perché non volevo indebolire il personaggio: quando recito i panni che vesto sono per me uno scudo, mi dà quella forza che come Cristina non avrei e poi non volevo che sul set si preoccupassero che certe scene non potessi girarle. Il tempo della fragilità era riservato solo alla sera, quando mi toglievo la maschera e tornavo a casa.

Giuseppe mi ha convinto quando ho finalmente capito che questo corto va oltre il mio caso privato e può essere uno stimolo per tutti sul come affrontare le piccole e grandi tragedie della nostra vita, i lutti e gli abbandoni».


Nel cortometraggio Cristina Donadio si confronta con se stessa più giovane (Gina Amarante, era Maria nella terza e quarta stagione di «Gomorra»), ricordando l'episodio di quando una zingara le prese la mano e le predisse «Tu dalla vita avrai tutto, grandi fortune e grandi sfortune».
«In realtà quell'episodio è avvenuto quando avevo solo 12 o 13 anni, per strada una zingara mi aveva afferrato la mano proprio per dirmi questo», ricorda la Donadio, «io mi sono molto agitata, così sono andata da mia madre chiedendole perché mai avesse detto così e lei mi ha risposto semplicemente, con la sua tipica filosofia, e tu non ci pensare. Anche quella è stata una lezione di vita».


Ora Cristina Donadio attende che riprendano le riprese della «Peste» di Francesco Patierno, dove interpreta la versione femminile del personaggio che, nel romanzo di Camus, è Cottard l'uomo che lucra sulla penuria dei generi di prima necessità in una Napoli svuotata dalla nuova peste (come da riprese nei giorni del lockdown). «Sono diventata la Cottarda», scherza lei, «e non vedo l'ora che si possa tornare sul set, Francesco Patierno sta facendo veramente un lavoro straordinario».


Dal canto suo Giuseppe Alessio Nuzzo tiene invece a sottolineare che «ogni parola del monologo interiore di Cristina nel mio film è stata effettivamente pronunciata da lei nel corso di diverse interviste. Io ho solo messo in ordine i suoi pensieri nel flusso di coscienza che accompagna il piano-sequenza con cui ho girato tutto il corto».

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