«Nella nuova Gomorra Ciro e Genny tornano a casa»

«Nella nuova Gomorra Ciro e Genny tornano a casa»
di Titta Fiore
Domenica 6 Settembre 2020, 09:52
3 Minuti di Lettura

Venezia

Marco D'Amore quest'anno al Lido si sente «doppiamente felice»: da spettatore, perché la Mostra ha riaperto con coraggio le porte del cinema, e poi perché ha accompagnato, inaugurando lo spazio degli appuntamenti Campari, un giovane artista campano di talento, Luca Nemolato, che ha ideato l'umanoide anfibio di «The Shape of Water» per Guillermo Del Toro e a Los Angeles è lanciatissimo. Archiviati il bel successo e i premi vinti con il film d'esordio, «L'Immortale», che ha segnato il clamoroso ritorno sullo schermo del suo personaggio di culto, Ciro Di Marzio (l'ultimo, il Kineo, lo ha ritirato ieri sera a Venezia), l'attore e regista ora prepara la quinta serie di «Gomorra».

LEGGI ANCHE «’A camorra song’ io» compie 15 anni: gli ‘A67 risuonano il loro brano manifesto Video

Finalmente si torna sul set.
«Sono contento di ripartire dopo la sosta forzata della quarantena, e molto motivato per me e per i miei compagni di lavoro. Noi facciamo gli stagionali, questi mesi sono essenziali per le riprese».

Quando comincerete a girare?
«Saremo impegnati da fine ottobre a maggio, soprattutto nell'hinterland napoletano e nell'area nord, tra Scampia e Secondigliano, il palcoscenico naturale di Gomorra. Ma ci sarà anche una puntata all'estero. L'idea è di uscire prima della fine dell'anno prossimo».

Insomma, dopo essersi ritrovati nella scena clou de «L'Immortale», Ciro e Genny tornano a casa.
«Sì, quel finale fa da ponte con la nuova stagione. Decidendo di riportare in vita Ciro Di Marzio abbiamo tradito, per certi versi, la grammatica di Gomorra. Dal male non si salva nessuno, è questa la logica della narrazione. Ma a Ciro, e solo a Ciro, è stato concesso di tornare: perché deve espiare vivendo, perché è morto dentro. E la gente, questo, lo ha capito».

Si aspettava il successo de «L'Immortale»?
«Non se lo aspettava nessuno. Abbiamo fatto numeri importanti: sei milioni e mezzo di incasso in sala e ascolti record su Sky. Quel film è stato un azzardo, una scommessa. Volevo far uscire di casa un pubblico abituato a seguirci dal divano, e portare al cinema anche chi non si era mai imbattuto nella serie. Creare nuovi fan di Gomorra. È accaduto anche questo».

Che cos'ha fatto nel lockdown?
«Ho letto, scritto, cercando di rispettare i tempi di una normale giornata di lavoro. Alla fine la quarantena non ha influito negativamente su di me. Sentivo la responsabilità di rispondere con l'impegno quotidiano a quei momenti di grande tristezza e paura».

Che cosa leggeva?
«Di tutto, a un certo punto ho anche ripreso in mano Delitto e castigo, ho pensato di farne uno spettacolo teatrale. Ma per ora ho accantonato il progetto. E poi ho letto tante sceneggiature».

Di che tipo?
«Storie di ogni genere. Lo sguardo degli altri su di me si è come aperto».

La quinta serie di «Gomorra» sarà l'ultima?
«Il desiderio di chiudere un percorso c'è, anche se le sorprese possono sempre accadere. La serie è capace di intercettare i cambiamenti al suo interno. Staremo a vedere. Diciamo che sarebbe bello chiudere questo annus horribilis con un meraviglioso finale di Gomorra».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA