Martone: «Il mio sindaco che attualizza Eduardo»

Martone: «Il mio sindaco che attualizza Eduardo»
di Diego Del Pozzo
Venerdì 27 Settembre 2019, 08:58
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In occasione dell'anteprima del nuovo film «Il sindaco del rione Sanità», Mario Martone è atteso oggi da una giornata intensa: alle 11, a palazzo San Giacomo, riceve una targa del Comune di Napoli, assieme agli attori Francesco Di Leva e Massimiliano Gallo, da parte del sindaco Luigi de Magistris e dell'assessore alla cultura Nino Daniele; alle 21, al cinema Modernissimo, introduce la proiezione di gala, alla presenza dell'intero cast, del film tratto dalla pièce di Eduardo De Filippo del 1960, attualizzata prima nello spettacolo teatrale del 2017 nato al Nest di San Giovanni a Teduccio e poi nella versione cinematografica presentata in concorso alla Mostra di Venezia e in uscita nei cinema italiani per tre giorni, 30 settembre e 1 e 2 ottobre, come evento speciale distribuito da Nexo Digital. Prodotto da Indigo con Rai Cinema e Malìa in collaborazione con Elledieffe, Teatro stabile di Torino e Nest; interpretato, oltre che da Di Leva e Gallo, anche da Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino, Gennaro Di Colandrea, Lucienne Perreca, Salvatore Presutto, Viviana Cangiano, Ralph P (anche autore della colonna sonora), «Il sindaco del rione Sanità» ripropone il tema dell'eterna lotta tra bene e male, attualizzando la storia del potente camorrista Antonio Barracano, ringiovanito e calato in una Napoli contemporanea più brutale e cupa di quella messa in scena all'epoca da De Filippo.

 

Martone, come ha lavorato con Ippolita di Majo al passaggio del «Sindaco» dal teatro al cinema?
«In modo naturale, perché già lo spettacolo evocava gli esterni pur non potendoli mostrare. Sul palco avevo dato vita al ritmo e alla struttura innovativa che poi ho cercato di mantenere anche sul grande schermo. E sul set gli attori del Nest sono stati fantastici, anche i più giovani e gli esordienti. Grazie alla loro verità, attenzione, cura e presa sulle battute, siamo riusciti a ottenere un Eduardo che suona con un sound mai ascoltato prima, sottoponendo il testo alla prova della contemporaneità».

Il film, dunque, intende anche riproporre ai giovani l'attualità di un autore come Eduardo De Filippo?
«Eduardo è uno tra i più grandi scrittori europei del Novecento, capace all'epoca di dialogare con un altro gigante come Pinter, al quale probabilmente guardò nel costruire il rapporto tra Barracano e il personaggio del dottore. Alla Mostra di Venezia, sono stati proprio i giovani a premiare il film, col riconoscimento dell'Agiscuola. E la cosa è sorprendente, perché la giovane giuria avrebbe potuto scegliere tra centinaia di opere ben più contemporanee, mentre ha deciso di rivolgersi a un testo che affonda le radici nel passato pur attualizzandolo».

La scelta di calare «Il sindaco del rione Sanità» nella Napoli contemporanea ne accresce anche gli aspetti più politici?
«Di fronte al testo di Eduardo, ma anche al nostro film, possiamo certamente parlare di atto politico, perché proprio la dimensione politica, nel senso etimologico che rimanda alla polis greca, è fortissima. Il tema della responsabilità individuale è oggi più centrale che mai. Ma per comprendere appieno l'intera operazione non bisogna mai dimenticare l'impegno di Eduardo, nella parte finale della sua vita, a favore dei ragazzi detenuti a Nisida. Con quell'impegno, infatti, indicò dove rivolgere lo sguardo e in che modo porsi nei confronti di coloro che si trovano al di là di un muro».

L'incontro-scontro tra Barracano e Santaniello serve anche per mostrare quanto siano affini le due Napoli che spesso si tende a separare?
«Per Eduardo, e conseguentemente per noi, Napoli è sempre una. Lui, infatti, ne lega tra loro le varie facce e i vari aspetti proprio attraverso il rapporto tra i personaggi del sindaco Barracano, del panettiere Santaniello e del dottor Della Ragione. Questo è un testo coraggioso: lo stesso coraggio di Luca De Filippo, quando ne mise i diritti tra le mani di un talentuoso attore di 38 anni, Francesco Di Leva, il quale gli propose di ringiovanire e attualizzare un personaggio mitico che nel copione di anni ne ha 75. Il sindaco del rione Sanità è un film particolare, come l'intero progetto, che va considerato anche l'ultimo gesto artistico di Luca. Non a caso, è co-prodotto dalla sua società, che dopo la sua scomparsa fa capo alla moglie Carolina Rosi».

La storia del teatro napoletano sarà anche nel suo nuovo film, «Qui rido io», su Eduardo Scarpetta.
«Inizierò a girarlo a gennaio e sarà un nuovo capitolo di un'indagine nel cuore della grande tradizione teatrale napoletana. D'altronde, io sono così: amo sviscerare a fondo gli argomenti che affronto. Così, dopo la trilogia sulle utopie, adesso è giunto il momento di dedicarmi all'universo della grande famiglia Scarpetta De Filippo».
 
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