David di Donatello, testa a testa tra Paolo Sorrentino e Gabriele Mainetti con 16 ​candidature a testa

David di Donatello, testa a testa tra Paolo Sorrentino e Gabriele Mainetti con 16 candidature a testa
di Titta Fiore
Martedì 5 Aprile 2022, 12:00 - Ultimo agg. 14:56
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Con sedici candidature a testa, «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino sfida «Freaks Out» di Gabriele Mainetti ai David di Donatello (la cerimonia su Raiuno il 3 maggio in diretta da Cinecittà). Seguono «Qui rido io» di Mario Martone con quattordici candidature, «Ariaferma» di Leonardo Di Costanzo con undici a pari merito con «Diabolik» dei Manetti Bros. A quota sei si attestano «I fratelli De Filippo» di Sergio Rubini e «A Chiara» di Jonas Carpignano. «Ennio», la fluviale intervista-confessione dedicata da Giuseppe Tornatore a Morricone, gareggia in due cinquine, miglior film e documentario. Due candidature anche per Toni Servillo, protagonista in «Qui rido io» e non protagonista in «È stata la mano di Dio». Nella categoria riservata al cinema del reale spicca un altro maestro, Marco Bellocchio, per la struggente cronaca familiare di «Marx può aspettare». Il cinema napoletano, con i suoi autori, attori e tecnici, si afferma in ogni categoria, a riprova del grande talento degli artisti che lo fanno e dello sviluppo del sistema produttivo sul territorio. 

La serata di gala, penalizzata nell'ultimo biennio dalla pandemia, ritroverà il glamour degli eventi in presenza. E se nel 2020 Carlo Conti fu costretto a presentare in uno studio deserto, attribuendo le statuette via zoom, questa volta sarà in buona compagnia e si dividerà il compito con Drusilla Foer, la più ricercata co-conduttrice su piazza dopo il successo di Sanremo. Sarà una serata elegante, anzi «eleganzissima», tanto per restare in tema con Drusilla, che annuncia almeno due cambi d'abito. Ma la vera differenza la farà la qualità dei film in gara, dice la presidente e direttrice artistica del premio, Piera Detassis: «Sono stati due anni di battaglie, ma la produzione italiana dell'audiovisivo ha resistito con generosità. Ora dobbiamo tornare nelle sale, serve un lavoro di comunicazione importante e un accordo virtuoso tra sale e piattaforme». Nella varietà dell'offerta si va affermando una nuova generazione di cineasti come Gianluca Jodice con «Il cattivo poeta», Laura Samani con «Piccolo corpo», Francesco Costabile con «Una femmina». Accanto ai veterani Toni Servillo, Silvio Orlando («Ariaferma»), Elio Germano («America Latina») ci sono giovani attori come Filippo Scotti («È stata la mano di Dio») e Franz Rogowski («Freaks Out»). E tra i non protagonisti, con Servillo superstar, Valerio Mastandrea - Ispettore Ginko di «Diabolik» e Fabrizio Ferracane («Ariaferma»), ecco Edoardo Scarpetta per «Qui rido io», e Pietro Castellitto per «Freaks Out». Nella cinquina delle protagoniste troviamo Maria Nazionale - Rosa De Filippo in «Qui rido io», Miriam Leone - Eva Kant in «Diabolik», Swamy Rotolo di «A Chiara», Aurora Giovinazzo di «Freaks Out» e Rosa Palasciano di «Giulia». Tra le non protagoniste, quattro attrici su cinque sono napoletane di nascita o acquisite: Luisa Ranieri e Teresa Saponangelo per «È stata la mano di Dio», Cristiana Dall'Anna per «Qui rido io», Susy Del Giudice per «I fratelli De Filippo». Completa la rosa Vanessa Scalera con «L'Arminuta». Nel documentario corrono, tra gli altri, Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher con «Futura» e Gianfranco Pannone con «Onde radicali». Nella cinquina dei compositori anche Nicola Piovani con la colonna sonora di «I fratelli De Filippo» e Pasquale Scialò con le musiche di «Ariaferma». Fanalino di coda Nanni Moretti: il suo «Tre piani» porta a casa solo una candidatura per la sceneggiatura non originale, firmata dal regista con Federica Pontremoli e Valia Santella. 

 

Annunciati grandi personaggi e ospiti a sorpresa sul red carpet.

Si parlerà anche di guerra, con un omaggio ai professionisti dell'informazione morti sul campo. Carlo Conti: «Avremo occhi aperti sulla realtà, sperando che per il 3 maggio la guerra sia finita. Pensiamo a una serata che invogli il pubblico a tornare nelle sale. Io e Drusilla improvviseremo molto». E sul caso Will Smith: «Prometto di non fare battute sulle acconciature, così nessuno mi tirerà una sberla». Il film che rivede più spesso? «Amici miei, anche se oggi, in tempi di politicamente corretto, quegli scherzi non si potrebbero più fare». 

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