Troppo sesso, Kechiche fa scandalo al festival di Cannes

Troppo sesso, Kechiche fa scandalo al festival di Cannes
Sabato 25 Maggio 2019, 09:00
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CANNES . Kechiche torna a dare scandalo a Cannes dove sei anni vinse la Palma d'oro con il controverso «La vita di Adèle», storia d'amore tra due ragazze con scene hard che non lasciavano nulla all'immaginazione. Questa volta il fluviale «Mektoub, My Love: Intermezzo» va oltre: tre ore e quarantacinque minuti di sensuali primi piani di corpi giovani e belli al ritmo della tecnodance anni Novanta, l'opulento lato B della protagonista Ophelie Bau inquadrato da ogni angolazione e una scena di sesso orale lunga un quarto d'ora, hanno fatto scoppiare il caso. Molti hanno abbandonato la sala, annoiati, indignati, estenuati. Sui social impazzano i commenti negativi e le accuse di maschilismo e di voyeurismo al regista franco-tunisino e, soprattutto, va registrata la clamorosa presa di distanze di Ophelie dall'intera operazione: dopo aver fatto «les marches» con tutto il cast, l'attrice ha abbandonato la sala a metà proiezione e ieri non ha partecipato al photocall né alla conferenza stampa. Al microfono Kechiche ha cercato di riparare («mi scuso per non averti avvertita»), ma ormai la frittata era fatta.
 
Il film racconta una giornata al mare e una lunga notte in discoteca di un gruppo di giovani maghrebini in un tempo scandito dalla gioia di vivere e dalla esplosione dei sensi. «Volevo trasmettere la metafisica dei corpi e creare una narrazione più libera possibile» ha detto Kechiche: «Volevo celebrare la vita, l'amore, il desiderio ispirandomi alle sculture classiche e ai colori degli impressionisti». Dopo «La vita di Adèle» le protagoniste Lea Seydoux e Adèle Exarchopoulos rinfacciarono pubblicamente al regista «il periodo orribile» delle riprese e le imbarazzanti scene di sesso. Oggi, in pieno MeToo, Kechiche è indagato per aggressione sessuale a un'altra attrice e il procuratore di Parigi a ottobre ha aperto un'indagine. Sulla spinosa questione cerca di tagliare corto: «Sono qui per parlare di cinema, la domanda è provocatoria e imbecille». Ma la polemica resta aperta.
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