Clementino è Black Pulcinella: «Ma la maschera non nasconde le mie lacrime»

Clementino è Black Pulcinella: «Ma la maschera non nasconde le mie lacrime»
di Federico Vacalebre
Venerdì 29 Aprile 2022, 07:53
5 Minuti di Lettura

Dalle «Tarantelle» del suo precedente album, uscito tre anni fa, al «Black Pulcinella» di oggi. Clementino è rapper glocal, illuminato dalla cultura hip hop, come da quella verace di casa. E stavolta, nel titolo del disco in arrivo oggi, e nella maschera indossata, tiene insieme le sue due anime: «La musica black è la mia musica da sempre, proprio come Pulcinella è un personaggio in cui mi riconosco, che fa lo scemo per non andare in guerra, che ossequia il suo padrone per sfotterlo. L'ironia è l'arma ideale per il mio supereroe, la maschera nera completa il quadro, rende il Pulcinella nero l'altra faccia, non solo cromatica, del mio altro alias, Iena White».

La Iena, proprio come Pulcinella, ride amaro, Clemente.
«E non ci sarebbe molto da ridere di questi tempi: siamo usciti - speriamo - da una pandemia per entrare in una guerra. Il riso è spesso amaro, esorcismo, sarcasmo, riflessione pensosa. E l'ironia credo sia qualcosa che distingue me dal resto dei rapper, almeno in Italia».

Ti distingue così tanto che nel videoclip del singolo «Atm» ti sei messo ad imitare i tuoi colleghi, a sfotterli.
«C'è affetto, rispetto, ma anche voglia di farsi una risata.

Nel disco sfotticchio anche me stesso, peraltro. E Gemitaiz dopo aver visto il video mi ha detto che sono tale e quale a lui. Sarà un complimento?».

Video

Di comicità ancor più marcata ne mastichi al timone di «Made in Sud» nel lunedì sera di Raidue.
«Mi piace stare tra i comici, ma non sono un comico. Sono cresciuto nei villaggi vacanze, per dieci anni dovevo sorridere sempre e comunque, a chiunque. L'hip hop mi ha dato la possibilità di mostrare la mia vera faccia, per questo sento questo disco come un lavoro libero, che mi permette di mostrarmi per quello che sono».

 

Ancora una volta un percorso quanto meno binario: si inizia con «The dark side of Iena White», si chiude con «Black Pulcinella».
«Uno, nessuno e centomila, sono un ragazzo dell'hinterland napoletano che è stato salvato dall'hip hop, da Pino Daniele, da Massimo Troisi. Che è stato cresciuto nel rispetto per l'arte dai genitori, con la consapevolezza che l'arte, la grande bellezza, non deve dimenticarsi di essere fatta per il popolo, non per le elite. Al black power originale i maestri come Pino Daniele ed Enzo Avitabile avevano risposto con il neapolitan power. Mi piacerebbe sentirmi in quella scia, mi sento un figlio di James Senese, di Enzo Gragnaniello».

Tanti ospiti e producer, tutti più giovani di te.
«Non inseguo le visualizzazioni ad ogni costo o il tormentino primaverile, ma mi piace fare musica con chi ha cose nuove da dire. Così, dopo aver diviso versi con i re Fabri Fibra e Marracash, mi sono circondato di giovani amici, eredi, nuovi talenti. Madame, Rocco Hunt, Geolier, J Lord, Speranza, Enzo Dong, Nicola Siciliano, Mattak, Nello Taver, Nerone, La Niña, Ensi. Ci sono vecchie conoscenze e nomi che sorprenderanno i più: datemi retta, ascoltateli, non solo nei feat con me, e non ve ne pentirete. Ho registrato il disco tra Napoli e New York, ma le basi sono nate a casa mia: a Nola York».

Certe battute, certi dissing, sembrano parlare di ferite ancora aperte.
«Si, non si sono chiuse e si vede. Dietro la maschera di Pulcinella ci sono le sofferenze, le lacrime del clown».

Sembrerebbe, però, di poter azzardare che, seppur frenetico, Clementino oggi sia più tranquillo che in passato, verrebbe da dire realizzato.
«Innanzitutto pulito. Ho avuto un passato turbolento, ma alla vigilia dei 40 anni ho fatto pace con me stesso e sono contento di aver raggiunto una certa consapevolezza anche grazie al rap. Quella consapevolezza sta tutta in questo disco, che forse va oltre quello che si aspetta la gente da me. Ma, come diceva Toni Servillo nei panni del Jep Gambardella di La grande bellezza, non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare. Ovvero a inseguire il pop. Io so fare le rime, e quelle voglio fare. Il rap nudo e crudo è il mio mestiere, non sono la copia di nessun altro».

Anche la copertina ti racconta. Disegnata da Francesco Paura, al tuo fianco sin dal tempo dei Videomind, rende omaggio a MF Doom, tra i tuoi rapper preferiti.
«Bello rendere tributo ai maestri, soprattutto quando si è in compagnia di così tanti giovanotti e giovanotte».

Non solo musica e tv: c'è anche il cinema.
«Entro l'estate usciranno altri tre film a cui ho partecipato. Avrei bisogno di giornate di 48 ore per seguire tutti i progetti che ho. Devo imparare ancora tanto, lo sto facendo». Parola di Black Pulcinella, di Iena White, di Clementino, di Clemente Maccaro.

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