Sanremo 2022, Emma Marrone torna al festival: «Donne, oltre gli stereotipi c'è di più»

Sanremo 2022, Emma Marrone torna al festival: «Donne, oltre gli stereotipi c'è di più»
di Federico Vacalebre
Lunedì 31 Gennaio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 15:51
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Inviato a Sanremo

Emma (Marrone all'anagrafe, ma poi scognomata) Sanremo l'ha già vinto nel 2012 (con «Non è l'inferno», presentava Morandi quest'anno suo rivale), e l'ha anche già condotto nel 2015 (presentava Conti e in lizza non c'era nessuno dei concorrenti di quest'anno). Così, non fosse che la stessa scusa (la «voglia di un po' di pepe al culo») l'hanno già addotta, prima di lei, i grandi favoriti Mahmood & Blanco, si potrebbe anche credere che lei sia tornata all'Ariston quasi per caso, perché Amadeus glielo ha chiesto mentre lei era in tutt'altre faccende affaccendata, perché non ha «niente da vendere e niente da perdere, ma qualcosa da dire sì», «perché se vinco devo andare all'Eurovision e posso vendicami rimettendomi le mutande dorate che fecero scandalo nel 2014».

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Andiamo in ordine Emma. Che ci fa qui senza un album, senza un tour, dopo «X Factor» e il set di «Il ritorno» di Stefano Chiantini?
«Domanda lecita.

Ero impegnatissima, stanchissima, chiusa in casa rinunciando ad amici e party per difendermi dalla pandemia e difendere il lavoro di tutti quelli che lavoravano per me, con me, attorno a me, prima per la tv e poi per il cinema. Sono passata dalla finale vinta da Baltimora al Forum di Assago alle riprese di un film da protagonista senza soluzione di continuità, a Capodanno sono stata sola in casa, sempre per precauzione. E prima ancora avevo marcato il cartellino sul fronte del palco con l'estate live, nonostante tutto, ostinata a reinventare un mestiere alla faccia della pandemia, di chi non si preoccupa di questo settore, di chi suona solo per palazzetti sold out. Poi la telefonata di Amadeus mi ha messa in crisi: mi sentivo onorata, ma avevo qualcosa da dire?».

L'avevi? Indossi una maglietta con la scritta «sante o puttane», verso centrale di «Ogni volta è così», brano in sintonia con il tuo impegno sul fronte dell'eguaglianza dei sessi.
«Ma quale eguaglianza se si parla di quote rosa, all'Ariston come al Quirinale, quasi ci sia bisogno di mettere una donna ogni tanto davanti a un microfono o in un posto di potere giusto per essere politicamente corretti, non perché lei lo merita. Comunque sì, avevo qualcosa da dire, e l'ho diviso con un amico-fratello come Davide Petrella, e poi con Dario Faini, il primo a scommettere su di me quando per tutti ero solo una biondina che veniva dal talent».

Petrella, napoletano dal golden touch autoriale, firma ben quattro dei pezzi in gara. A che piazzamento miri?
«Voglio rendere di nuovo, in un altro modo, i miei genitori orgogliosi di me. Il risultato che voglio raggiungere è il ribaltamento degli stereotipi: santa o puttana? buona bambina o bambina cattiva? Abbiamo diritto anche noi alle sfumature».

Come hai coinvolto Francesca Michielin in quest'avventura?
«Facendola bere, è veneta, il vino rosso le piace. Le ho proposto di venire con me come direttrice d'orchestra, poi l'ho coinvolta anche nel duetto del venerdì, la serata delle cover».

Dove hai tirato fuori, a sorpresa, «Baby one more time».
«Appena il regolamento ha allargato agli anni Novanta il raggio di scelta delle canzoni ho pensato a Britney Spears. Voglio, anzi vogliamo con Francesca che è una grande musicista, sdoganare il pop, che per qualcuno è una parolaccia, è sinonimo di trash. A me quella biondina con le treccine era piaciuta sin dalla prima volta che è apparsa, ora che ho seguito il docufilm sul suo processo di affrancamento dal padre mi piace ancor di più. Sante o puttane? No grazie».

Achille Lauro per quella serata ti ha rubato l'icona di riferimento, Loredana Berté, e perdipiù canterà quella «Sei bellissima» a cui la tua «Ogni volta è così» occhieggia per stile e contenuto, con tanto di «Come sei bella, nessuna, mai nessuna più di te».
«Ma Lori è mamma rock, è mito, è una tigre, spero bene di riecheggiare qualcosa della sua grinta, carica, adrenalina, capacità di essere vento nuovo. Io mi sono tolta lo sfizio di duettare con lei Che sogno incredibile, di dividere microfoni e palcoscenici, sono contenta di trovarla all'Ariston, al fianco di un artista che stimo».

Insomma Emma è tornata a Sanremo come femminista?
«Come cantante».

Cantantessa direbbe Carmen Consoli.
«E sia, tra le cantantesse come Francesca Michielin e la regina Bertè, per dire, sin dall'incipit un po' arrogante del pezzo che c'è un'Italia, anche della canzone, ancora patriarcale, fatta di ometti che non sopportano donne diventate indipendenti, che magari guadagnano persino più di loro. Che ci vorrebbero solo e sempre, sante o puttane, sante e puttane, mai altro». 

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