Drag Queen in tv e sui manifesti e Drusilla a Sanremo, Di Flora: «L’Italia risponde così dopo l’affossamento del Ddl Zan»

Drag Queen in tv e sui manifesti e Drusilla a Sanremo, Di Flora: «L’Italia risponde così dopo l’affossamento del Ddl Zan»
Lunedì 17 Gennaio 2022, 16:28
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«Era fine ottobre dello scorso anno quando a Palazzo Madama, sede del Senato Italiano, un gruppo di senatori dà vita ad una commedia triste fatta di applausi e di cori da stadio dopo aver affossato con la tagliola il ddl Zan. Quelle immagini mi sono tornate alla mente più e più volte nel corso dei giorni successivi. Ho letto e ascoltato i messaggi di attori, sportivi, diplomatici, cantanti, gente comune che con la voce rotta o a volte arrabbiata parlavano ai loro follower dell’accaduto».

A dichiararlo è Diego Di Flora, direttore artistico del Napoli Pride, che in una nota prosegue: «Ricordo la sera successiva di aver ascoltato Emma Marrone, durante la prima puntata dei live di X-Factor, pronunciare parole secche, decise contro la brutta pagina che avevano scritto i senatori italiani. Mi era piaciuta molto la sua determinazione nel lanciare quel messaggio. Lo sguardo fisso in camera, la voce potente e gli occhi lucidi pronunciavano il disprezzo.

Credo che “disprezzo” sia la parola giusta per definire la reazione di chi è seduto in quel palazzo, a spese nostre, esultando per non aver permesso ad una legge di continuare il suo decorso. Legge che avrebbe tutelato tante persone. Tanti italiani.

Per fortuna il nostro Paese non è rappresentato solo da quei burattini legati al meccanismo articolato e complesso della politica, spesso impregnata da retaggi culturali e da interessi economici, ma il nostro Paese è culla della civiltà da sempre. La cultura, l’arte, la ricerca dimostrano ben altro. Ed è proprio la risposta degli Italiani che mi sta impressionando. È decisamente una risposta che va contro quello che è successo quel giorno al Senato.

L’inclusione ormai ha messo le radici nelle nuove generazioni e nonostante la rappresentazione politica sia composta da un esercito di boomer che continuano a fare comizi a suon di dirette social, cercando di divulgare il loro verbo, i tempi stanno cambiando.

Poco dopo, era il 19 novembre Discovery fa sbarcare in Italia uno dei programmi più amati al mondo “Drag Race”, che in questi anni non era riuscito mai ad arrivare nel nostro Paese con un’edizione Made in Italy. Reality game che incorona la drag Queen migliore, ovviamente condotto da una suadente e intelligente Drag Queen dal nome Priscilla.

Sbalorditivo. In Italia finalmente sdoganiamo le drag in tv. Senza storcere più il naso. Senza etichettarle, ma soprattutto le raccontiamo nel loro percorso artistico e personale.

Per quanto mi riguarda è sicuramente una rivoluzione che sdogana il finto moralismo del “volemose tutti bene” che continua ad ospitare in alcuni programmi tv soltanto personaggi come Platinette, che veicolano messaggi che non incontrano le esigenze delle comunità e dell’associazionismo.

Ed proprio in quel periodo che sento anch’io l’esigenza di “fare” qualcosa che potesse suscitare in Italia un dibattito.

Che potesse in qualche modo scuotere la mente di chi non riesce a guardare oltre il suo naso.

Con la complicità di Faber, un’azienda italiana intelligente, lancio la campagna pubblicitaria “Unconventional Xmas “, dove Babbo Natale per la prima volta bacia un uomo, una drag Queen, un’afroamericana e una donna anziana.

La foto in poche ore fa il giro dell’Italia arrivando anche all’estero e come pensavo inizia a suscitare polemica. Una polemica non sempre distruttiva, che mi ha reso sicuramente felice del risultato. Ricevo tantissimi messaggi da chi voce non ha e l’incoraggiamento da centinaia di mamme che si complimentano per l’idea.

Credo che questa campagna sia perfettamente in linea con quello che sta succedendo in Italia. Rappresenta la trasformazione della comunicazione, non fatta solo di stereotipi ma fatta di persone senza discriminazione di sesso, religione o colore della pelle.

Ma la risposta dell’Italia continua con la scelta di Drusilla Foer come co-conduttrice del prossimo Festival di Sanremo.

Ironica e sprezzante, il suo vero nome all’anagrafe è Gianluca Gori e nasce come fotografo toscano. Solo in seguito ha “creato” il personaggio di Drusilla, diventato presto molto popolare soprattutto sul web.

Sarà lei a rappresentare il cambiamento dopo settantadue edizioni al Festival di Sanremo. E non credo che la scelta dì Drusilla sia avvenuta così per caso. Non credo che dietro questa scelta ci sia solo un’esigenza artistica. Anzi credo che la sua partecipazione voglia lanciare un messaggio chiaro e forte che proclama libertà di espressione, anche in una situazione così classica e piena di tradizione.

Ed è da questo spaccato culturale che si aprono le menti. Attraverso programmi televisivi, campagne pubblicitarie, artisti nel corso degli anni sono avvenute le migliori rivoluzioni.

Perché sono mezzi popolari che arrivano a milioni di persone e solo con l’informazione corretta riusciamo a mettere le basi per un mondo fatto anche di civiltà. C’è posto in questo mondo per il rispetto reciproco. C’è posto in questo mondo per l’amore universale».

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