Federico Zampaglione: «Una canzone per Greta e il pianeta da salvare»

Federico Zampaglione: «Una canzone per Greta e il pianeta da salvare»
di Federico Vacalebre
Lunedì 11 Ottobre 2021, 12:30
4 Minuti di Lettura

Se un disco, se una canzone è «La descrizione di un attimo», l'attimo che sta vivendo Federico Zampaglione è di malinconica maturità. Giochi di parole a parte, il nuovo album del cantautore chiamato Tiromancino, «Ho cambiato tante case», guarda ai ricordi mettendo da parte i rancori, alle gioie senza esagerarle, ai dolori senza drammatizzarli. Quasi a sintetizzare un racconto spesso autobiografico («Eccoci papà», «Er musicista», «Testaccio blues»), nel video di «Domenica», il nuovo singolo, sfilano la moglie Giglia Marra e l'ex compagna Claudia Gerini, la figlia Linda e il padre Domenico, il rapper Gianni Bismark e Carlo Vedone.

Video

Il tema della title track, Federico, fa venire in mente «Traslocando» di Loredana Bertè, in cui l'autore Ivano Fossati autocitava la sua «E di nuovo cambio casa».
«Io di case ne ho cambiate 12, di canzoni ne ho scritte un po' di più, ma in nessuna ci può stare una casa, la vita che ci hai speso dentro, proprio come negli scatoloni dei traslochi non entrano i ricordi e i fantasmi delle mura che stai per abbandonare.

Così mi è venuto questo incipit per un disco nato durante la pandemia, corretto dalla pandemia, forse anche costretto dalla pandemia: Ho cambiato tante case/ e ne ho fatte di cazzate/ ma con tutti i miei ricordi ho fatto pace».

Pacificato?
«Forse. Non dico tranquillo, non so che cosa significhi, ma attaccato all'attimo, più che ai ricordi, belli e brutti, e ai progetti, piccoli e grandi».

C'è una canzone per Roberto Ciotti. E in «Finchè mi va» canti: «Occhi negli occhi come in una canzone di Dalla/ dove c'è sempre/ la luna accesa e qualche stella». Metacanzoni?
«Pagine di vita, come le canzoni del piccolo grande uomo Lucio: Roberto Ciotti, alla cui memoria ho dedicato Testaccio blues mi ha cambiato la vita. Non pensavo di poter diventare una star, vederlo suonare in un club mi ha fatto capire che suonare poteva essere un mestiere, poteva diventare il mio futuro».

Ma come sei arrivato alla musica?
«Tutto merito di papà: prima mi regalo l'lp di Just one night di Eric Clapton, stregandomi, poi mi portò a sentire da vicino Ciotti».

Tuo padre è un punto fermo.
«Si, una delle persone più importanti della mia vita, anche artistica».

I suoni tengono insieme acustica ed elettronica mainstream.
«È il disco dove ho sperimentato di più, non ponendomi mai limiti. Ho seguito il cuore, la chitarra, la penna».

C'è molta Roma, tra qualcosa che ricorda un po' Mannarino e le collaborazioni con la nuova scene indie capitolinia: Gazzelle coautore di «Cerotti», Galeffi di «Ho cambiato tante case», Leo Pari di «Avvicinandoti», Franco126 che mette anche la voce in «Er musicista».
«Mi piacciono loro e loro mi avvertono come una sorta di fratello maggiore. C'è una nuova scuola romana, mi piace saperlo, mi piace farne parte anche in questa maniera».

In «L'odore del mare» duetti con Carmen Consoli, in «Questa terra bellissima» c'è il tastierista dei Dire Straits, Alan Clark.
«Ancora incontri artistici sinceri. Questa terra bellissima è uno dei primi pezzi che ho scritto per l'album, quattro anni fa, prima che nascesse il movimento Fridays for Future».

Sarebbe un pezzo perfetto per Greta & company: «Se i nostri bambini erediteranno da noi la Terra/ fa che vivano i loro giorni imparando ad amarla/ Per essere gli uomini del domani nel nostro nome/ salviamo questa terra bellissima, salviamola», intoni, mentre anche la chitarra guarda ai Dire Straits.
«I ragazzi che urlano la paura per il loro futuro fanno bene, spero servano anche a svegliare la mia generazione. Troppo spesso ci dimentichiamo dell'ambiente. Il mio è un invito a riflettere su cosa abbiamo avuto in dono».

Ma quant'è diverso fare un film, come «Morrison», o un album come questo?
«Un film assomiglia a una canzone, un disco è una raccolta di film-canzoni: ecco, ascoltatelo così questo mio lavoro».

Voglia del palco, magari quello di Sanremo?
«No, col Festival ho già dato. Ma di suonare dal vivo certo che ho voglia, ritorno in tour dal febbraio prossimo, debutto il 25 a San Benedetto del Tronto».

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