Gigi Finizio: «Un album, poi la sfida del San Paolo»

Gigi Finizio
Gigi Finizio
di Federico Vacalebre
Lunedì 7 Ottobre 2019, 21:59 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 09:05
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Prima di Ultimo (un clamoroso doppio sold out annunciato il 13 e il 14) e di Tiziano Ferro (il 24) sarà Gigi Finizio ad inaugurare il giugno musicale del 2020 al San Paolo: «Ci vediamo il 6 giugno allo stadio», ha annunciato più o meno via social ai suoi fan, in attesa che un singolo, o il secondo volume di «Io torno», riscaldino l’attesa del suo show.
Allora, Gigi, perché tentare il San Paolo?
«Perché cerco sempre punti di partenza, non di arrivo. Il mio primo stadio può mostrarmi una nuova strada, un nuovo percorso, come successe quando andai a Sanremo: qualcuno si sarebbe sentito arrivato, per me era un nuovo inizio».
Il primo volume di «Io torno», uscito a fine 2018, ricalcava l’esperienza del Biagio Antonacci di «Convivendo», quello del disco in due puntate.
«Il primo tentativo è andato bene, mi ha rimesso a contatto con il mio pubblico dopo un silenzio di qualche anno, ora uscirà un singolo, poi “Io torno 2”, quindi anche un cofanetto con i due cd e anche l’edizione in vinile per i patuti più patuti».
Nel primo «Io torno» tentavi di aggiornare il tuo linguaggio melodico, forte del contributo di Diego Calvetti.
«E nel secondo proseguo su quella strada, insisto nel rinnovamento, nella voglia di aggiornare il mio suono. L’aiuto di Calvetti è fondamentale per me in questa avventura, ci saranno delle sonorità decisamente rock, ma - conosco bene i miei fans - restando quello di sempre, il Gigi che conoscono e amano».
Li hai fatti aspettare un bel po’ gli amanti della tua voce di mare e di tufo, però: anche dal vivo hai diradato le esibizioni.
«Se si vuole affrontare il San Paolo, se si vuole cantare dal prato dove segnava Diego Armando Maradona e trionfava Pino Daniele, non si può certo fare il prezzemolino in ogni minestra. Ma, dietro il mio farmi vedere meno del solito in giro, c’era anche un rinnovamento di gestione manageriale, il bisogno di fare il punto sul mio lavoro, di trovare nuovi stimoli artistici, nuovi collaboratori adatti al mio mercato».
Tempo di cambiamenti, insomma.
«Suoni, testi, repertori, melodie, arrangiamenti... nulla può restare immutabile nel tempo, non sarebbe giusto replicare all’infinito lo stesso stile, la stessa canzone».
E al San Paolo? A che tipo di concerto hai pensato?
«Non ci ho pensato ancora, so però che ho voglia di risuonare materiali che non pratico più da anni, alcuni da decenni, e che faranno la gioia dei miei tifosi. Ho in mente dei medley, così da poter accennare al numero maggiore possibile di canzoni. Ho iniziato da bambino, ho davvero un canzoniere lungo: mi piace l’idea di rimetterci mano, di cambiare le carte, e il sound, in tavola tra follia e melodia. Con le tre ore di durata ho a disposizione un’opportunità che raramente mi può ricapitare in una piazza o in un teatro, dove suoni di meno e devi fare tutti gli hit innanzitutto».
Prevedi ospiti?
«C’è tempo per decidere se, e chi, invitare. Non voglio fare una cosa tanto per farla, staremo a vedere».
Il costo dei biglietti per il 6 giugno va dai 57 ai 40 euro. Dopo di te sono attesi il ciclone Ultimo e una star come Tiziano Ferro. Non sarà facile riempire i 30-40.000 posti per cui avrà l’agibilità il San Paolo, finora affrontato, tra i napoletani, solo da Pino Daniele, Edoardo Bennato, Gigi D’Alessio e Nino D’Angelo.
«Beh sarò in ottima compagnia, sul fronte verace pensando al passato, sul fronte nazionale pensando al presente, anzi al futuro visto che manca ancora più di mezzo anno. Mi piace l’idea di prendermi il San Paolo e mostrare, anche ai due grandi colleghi che si esibiranno allo stadio dopo di me, come Napoli abbia ancora una sua canzone, delle sue voci, degli artisti che sanno crescere anche senza aiuti dall’industria discografica e massmediale nazionale».
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