“Mancarsi”, il dolore della distanza
nel singolo del pianista Luigi Esposito

“Mancarsi”, il dolore della distanza nel singolo del pianista Luigi Esposito
Sabato 9 Luglio 2022, 13:36 - Ultimo agg. 14:42
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E' uscito su tutte le piattaforme “Mancarsi”, singolo che anticipa il nuovo disco del pianista e compositore napoletano Luigi Esposito (foto di Diana De Luca), dal titolo “Portami a vedere il mare”.

Luigi, com'è nato l'incipit di questo brano?

«La magia legata a questo singolo è che le primissime note che suonai mi fecero immediatamente comprendere che stava per nascere un pezzo nuovo, erano già la cellula melodica di una composizione da scrivere e sviluppare. Spesso invece devo suonare, risuonare, pensarci, riascoltarmi, per capire se sta nascendo qualcosa di nuovo. Nel caso di “Mancarsi” l’ho capito subito. …Questo incipit fa pensare a un distacco, a qualcosa che si allontana».

Quanto è sofferto questo allontanamento?

«È un allontanamento molto sofferto quello raccontato. Già poco dopo l’inizio del brano, si avverte nella musica che sta comparendo questo sentimento della mancanza. Ecco perché il titolo “Mancarsi”».

Questo singolo è uscito con un videoclip che sta raggiungendo numerose visualizzazioni. Le riprese hanno rispecchiato quello che lei voleva comunicare attraverso la musica?

«Le riprese realizzate da 56k production sono state particolarmente sincere. Più volte compare l’immagine delle mie dita riflesse nel piano ed è come se così si stesse dicendo che la mia musica è il riflesso diretto della mia anima, cosa che ho sempre sentito».

La emoziona parlare della sua musica?

«È difficile per me parlare della musica che scrivo, perché significa scavare dentro me stesso e leggermi. È una cosa bella ma faticosa e che mi emoziona sempre un po’».

Ci racconti un aneddoto divertente riguardo alla registrazione di “Mancarsi”.

«Io spesso mentre suono canto… canto linee melodiche, sia quelle reali che altre immaginarie a cui la musica mi conduce; ho lavorato tanto su questa cosa per cercare di non farlo. A volte mi registro e sono convinto di non aver cantato, ma poi mi riascolto e… scopro di averlo fatto. Quel pomeriggio, infatti, mentre registravamo, c’era la troupe che mi faceva continuamente segno di stare zitto».

Da un preciso momento del pezzo in poi si sente una percussione dal suono particolare: cos’è, cosa rappresenta?

«Questo “tac” che si ripete sempre è un suono bellissimo che abbiamo scoperto Emiliano Barrella e io percuotendo il piano in vari punti.

Mentre facevo ascoltare il pezzo a Emiliano, lui cercava nel pianoforte. Quando tieni abbassato il pedale del sustain, qualsiasi cosa percuoti all’interno dello strumento risuona e diventa magia. Il tac è l’inizio della ricerca, il segnale che i due iniziano a cercarsi. Poi, a metà del pezzo si intensifica questo loop e la melodia si sviluppa, la ricerca diventa quasi frenetica».

 Come nascono i movimenti della ballerina presente nel video?

«I movimenti della ballerina... dissi a Valeria Nappi di essere totalmente libera, le raccontai del titolo del singolo e le dissi di pensare a due persone che si mancano e che si cercano e che l’altra persona potesse essere anche il mare e non per forza un essere umano. Qualche suo gesto mi è rimasto impresso, alcuni movimenti sui tac è come se arrivassero a lei come dei colpi. E poi i suoi movimenti così armoniosi delle braccia, come il mare, il vento, come tutto quello che è vicino al mare, come la sabbia, il movimento delle ali dei gabbiani…».

Che cosa lascia “Mancarsi”?

«Questo è uno di quei brani che ho piacere di suonare, perché l’insieme di quelle note mi fa stare bene. D’altronde, il piacere datomi dalla musica è il motivo per cui ho iniziato a suonare. Sono contento di averlo scritto, come lo sono per altri di questo disco e per alcuni frammenti, che mi accarezzano l’anima e mi danno sollievo. E spero di darne altrettanto a chi mi ascolta perché credo sia la motivazione più bella al fare musica. Vorrei che suonare fosse come regalare un viaggio, un momento senza alcun dolore, una connessione con la pace e con se stessi».

Questo singolo è il preludio di un disco che uscirà a breve. Quando potremo ascoltarlo?

«Il disco si intitola “Portami a vedere il mare” e uscirà il 15 luglio con l'etichetta Apogeo Records. Sarà disponibile nei migliori negozi e su tutte le piattaforme digitali. Lo presenterò il 16 luglio, alle ore 18.30, in uno dei luoghi più belli e suggestivi di Napoli: l’Anfiteatro del parco archeologico del Pausylipon, all’interno della kermesse “Suggestioni all’imbrunire”».

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