Rocco Hunt, "'A verità" dello scugnizzo del rap italiano

Rocco Hunt
Rocco Hunt
di Federico Vacalebre
Lunedì 24 Marzo 2014, 14:10 - Ultimo agg. 25 Marzo, 10:10
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L'incipit, neomelosoul, affidato alla voce calda di Emiliano Pepe: Te pu piglia’ ’o Rolex, ma ’ o tiempo non t’’o pu accatta’... simme ’e guagliune senza chances. Poi Rocchino delle palazzine spara le sue rime spietate, per tutti i guaglioni senza chances dei sudati Bronx sudisti: Il mio si chiamava Pastena, zona Orientale di Salerno, ma Scampia o lo Zen fa lo stesso, racconta, con la lucidit di un diciannovenne cresciuto troppo in fretta, il vincitore tra i Giovani dell’ultimo Sanremo, Pagliarulo all’anagrafe, ormai per tutti Hunt: ’O nome mio Rocchino e resto ’a voce d’’e guagliune, rappa lui, aprendo il suo nuovo album, ’A verit, destinato a rimescolare le carte, i suoni e i primati nel mondo dell’hip hop italiano, ormai sound dilagante e dominante. Un disco insieme hardcore e mainstream, «capace di ”pariare” e di riflettere, duro come una lama e dolce come la canzone dedicata a mammà, ”’Na vota ancora”, che mi serve anche a chiedere più rispetto per tutte le donne». Basi firmate Bassi Maestro, Shablo, Takagi, Ketra, Pacosix, il più gettonato Nazo, Sine, Don Joe, Mace, Reset e Denny The Cool assicurano tappeti efficaci a versi da ribelle senza pausa né causa, se non quella «della mia terra, della mia gente: non ditemi che mi sono montato la testa se dico che se me ne vado io resta senza voce, so bene di potere poco, ma chi parla per loro, chi si occupa di loro? Io finora ho votato una volta sola, alle politiche: ho messo un segno sul meno peggio, e sono rimasto deluso, tradito. Ora dovrei esprimermi sul parlamento europeo? Nuje nun simmo ’na nazione, scandisco nel brano che dà il titolo al disco, lamento del dolore meridionale, in cui ho l’onore di ospitare Enzo Avitabile».

I maestri Rocchino dalle palazzine li riconosce tutti: Avitabile, l’amato Nas e il seminale 2Pac, Nino D’Angelo («lui è la voce dei senza voce, ha cantato le terrenere prima che le chiamassero Terra dei fuochi»). Pino Daniele chiamato in causa dal «fratello di sangue e di rime» Clementino in «Ce magnamm’», che peraltro paga tributo anche a Bennato, al centro poi di un omaggio ancor più consistente: «Credi» è una riscrittura di «Un giorno credi» del rocker flegrea divisa nientepopòdimeno che con Ramazzotti: «Sono nato diciannove anni dopo che è stata pubblicata, nel 1975, ho recuperato l’lp in cui era contenuta, il primo di Edoardo, come altri che mi servono per capire la storia da cui vengo. Questo pezzo l’ho scelto per il testo e il suono melanconico, poi ho avuto il colpo di fortuna: registravamo nei suoi studi, Eros ha sentito la traccia ed ha esclamato ”Questa la canto io”».

E di collaborazioni, che ormai si dicono «featuring», è pieno questo album «lungo, diciotto tracce, altro che le 7-8 dei professionisti dell’Ariston»: Noyz Narcoz, i Tiromancino («Come una cometa»), Ensi («Die young»), Gemitaiz, Madman, Nitro. Titoli come «Non rimpiango niente» dicono tutto, altri come «Giovane disorientato» raccontano lo spaesamento di un successo che non è tutto rose e fiori: «’O muccuso è cresciuto e mo’ se piglia tutte ’e cose», si dice da solo diventando voce di dentro. «Parlo di ragazzine tatuate, della difficoltà di essere grande senza esser grosso, del sesso senza amore e senza nemmeno passione, dell’ansia del palco. È la mia vita, è la mia verità, quella in cui mi muovo oggi, dopo quella più dura, che mi ha visto crescere e maturare e imparare i valori che contano in una famiglia povera ma onesta», continua il ragazzo fortunato.

La sanremese «’Nu juorno buono» convive con paranoie e gioie, l’uso dell’italiano con un dialetto orgoglioso di essere lingua riconosciuta dall’Unesco, gli atteggiamenti da bulletto hip hop con il sentimentalismo familista o il racconto di un’amore perso per sempre («Tutto resta»): lei era «fottutamente diversa» da quelle che la davano a tutti, un bacio fu promessa di vita, poi venne la malattia e la morte. «Vieni con me» è un reggae-biglietto per Salerno: «Se vinco il disco d’oro lo porto nel mio quartiere. Intanto ho messo in copertina e nel disco le foto della mia città». In Campania Rocchino e Clementino hanno sfondato anche nello zoccolo duro neomelodico: «Le signore ogni tanto ci fermano e ci ringraziano per aver tolto dalle orecchie dei loro figli quel suono».

Rocchino presenterà l'album oggi alle 15 alla Feltrinelli di Salerno; mercoledì alla stessa ora alla Feltrinelli Express (stazione centrale) di Napoli; venerdì alle 16 al Mondadori Multicenter del centro Commerciale Campania, Marcianise; sabato 5 aprile, alle 16, al Gameworld del centro commerciale La Cartiera di Pompei. Giovedì 27, alle 21, primo concerto napoletano dopo il trionfo sanremese, al teatro Trianon.
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