Susanna Parigi, morta la cantautrice e pianista di Mannoia, Cocciante e Baglioni: aveva 62 anni

L'artista toscana ha lottato contro una malattia e ha dato l'addio con post su Facebook poche ore fa

Susanna Parigi, morta la cantautrice e pianista di Mannoia, Cocciante e Baglioni: aveva 62 anni
Susanna Parigi, morta la cantautrice e pianista di Mannoia, Cocciante e Baglioni: aveva 62 anni
Lunedì 18 Dicembre 2023, 12:35 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 08:38
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Susanna Parigi è morta a 62 anni: era una cantautrice fiorentina, jazzista e nota per aver collaborato con molti artisti importanti. La musicista è stata pianista di  Riccardo Cocciante e Fiorella Mannoia, corista e fisarmonicista per Claudio Baglioni, Raf e Francesca Alotta. Ha fatto parte nel coro dell’orchestra del Festival di Sanremo (anno 1993). 

La donna aveva scritto un post Facebook per salutare gli amici. «Se vi scrivo è perché sto camminando verso la casa del Padre.

Volevo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino in questo anno di tribolazioni. Sono state tante e meravigliose e generose. Volevo ringraziare i tantissimi allievi che ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni. Con molti è nato un rapporto stretto, fatto non solo di musica, ma anche di ricerca ed emozioni»

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E ancora: «Vi auguro il meglio perché il mondo che sembra rovesciare in modo inevitabile, con voi forse ha una speranza. Ringrazio i grandi artisti che mi hanno permesso di lavorare con loro: Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Tony levin, Raf, Pat Metheny e poi Corrado Augias, Lella Costa, Marco Travaglio. Ringrazio ovviamente i miei storici musicisti e anche quelli con cui non suonavo più da tanto tempo. Ognuno mi ha regalato un pezzo di vita. Scusate se scrivo a getto, ma il momento è difficile. Ringrazio i preziosi amici stretti e la mia famiglia che ha fatto molti sacrifici per darmi queta possibità. Sono stata fortunata ad avervi accanto nel mio percorso di vita. E poi ringrazio la musica, sempre con me, sempre presente, con un rapporto tempestoso ma che ha riempito la vita. Me ne vado con una grande sofferenza, immensa, per quello che accade alle donne quotidianamente. Dovevamo pensarci prima, almeno otto anni fa. Il lavoro da fare è una rieducazione pesante degli uomini, ma non solo. Le donne devono imparare a percepire i segnali e a non accettare nessuna forma di possessione. Ecco vi auguro ogni bene e grazie per avermi seguito in tutti questi anni».

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