Sanremo 2023: Mengoni fa il bis poi a sorpresa Lazza e Mr. Rain

Il verdetto arriva a notte fonda dopo il messaggio di Zelensky

Il vincitore Marco Mengoni
Il vincitore Marco Mengoni
di Federico Vacalebre
Domenica 12 Febbraio 2023, 02:51 - Ultimo agg. 13 Febbraio, 07:30
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Inviato a Sanremo

Vabbè che quelle canzoni sono pezzi della sua vita, ferite aperte e balsamo sulle stesse ferite, ma Gianni Morandi che rende omaggio a Lucio Dalla che avrebbe compiuto 80 anni il 4/3/2023 ricorda a 23-24 dei concorrenti in gara a questo Sanremo cos’è davvero una cover, e come, a volte, basti una chitarra, non serva per forza l’autotune o la strofa aggiunta rappeggiante.

Vince il favoritissimo Mengoni, ma dietro, a sorpresa ci sono Lazza e Mr. Rai, solo quarto Ultimo, quinto Tananai. Il Sanremo 2023 va in soffitta con il suo verdetto arrivato a notte fonda, dopo il messaggio di Zelensky, dopo la gara finale a cinque (Mengoni, Ultimo, Lazza, Mr Rain e Tananai), dopo l’esibizione della band ucraina Antyla, rubata al fronte ucraino. All’Ariston tutto si tiene, certo, dalla morte di Claudio Villa annunciata in diretta all’irruzione di Cavallo Pazzo, ma questa volta è davvero complicato passare dalle canzonette alla guerra che sta insanguinando il nostro continente.

 

Ma nella terra dei cachi tutto si può, così Elodie è sempre più bella e meno vestita e Giorgia si gioca la carta dell’amuleto portafortuna per recuperare posizioni con la sua «Parole dette male», mentre Chiara Ferragni, coconduttrice dell’ultima, come della prima, serata, indossa un’altro dei suoi abiti-sculture: ancora un finto nude look, anzi due, questa volta dorati.
Colapesce-Dimartino sceneggiano «Splash», delizia che si stacca dall’aurea mediocritas di una Festival inferiore, sul fronte canoro, ai primi tre di AmaDeus, che però supera ancora se stesso sul fronte degli ascolti televisivi: la quarta serata ha fatto registrare l’ascolto medio record di 11,121.000 spettatori con uno share del 66.5%, mai così alto dal 1987, davvero un’era geologica fa, anzi persino due o tre.

Nella maratona senza fine, le ventotto canzoni si susseguono senza pietà segnalando ulteriormente il numero eccessivo messo in gara e, soprattutto, la poca maturità della gran parte dei concorrenti provenienti da Sanremo Giovani, relegati in blocco agli ultimi posti.

Certo, possono consolarsi con Tananai, ultimo l’anno scorso e poi diventato una star, ma non sembrano destinati a seguire le orme dell’interprete di «Sesso occasionale» e, ora, di «Tango», salito in scena con i colori dell’Ucraina per salutare a fine esibizione Olga e Maxim, giovane coppia ucraina divisa dal conflitto e protagonista del suo videoclip.

I Depeche Mode arrivano quasi a ricordare ai ragazzini sul palco che l’electropop di cui sono stati tra gli inventori non è una questione di pitch vocale. «Gosth again» è un’anteprima dal nuovo album, «Memento mori», che uscirà il 24 marzo, il primo dopo la scomparsa di Andy Fletcher. Dave Gahan e Martin Gore sono fedeli al proprio sound ipnotico, poi rilanciano con «Personal Jesus» e nessuno, nemmeno all’Ariston, può restare fermo. 

Dopo di loro tocca a Ultimo («Alba») che affida al televoto la rincorsa su Marco Mengoni («Due vite») al primo posto sin dalla serata inaugurale, con il supporto di sala stampa e giuria demoscopica: giorno dopo giorno la sua esibizione è cresciuta, proprio come successo al rivale, ma anche a Lazza, la cui «Cenere», scritta con il napoletano Davide Petrella e con Dardust conferma e prolunga il momento d’oro vissuto nel 2022 con l’album «Sirio».

Gino Paoli e Ornella Vanoni sono ospiti, ma separati in casa. Vederli in scaletta nella stessa serata aveva fatto pensare ad un ritorno di coppia, ma sfilano ognuno per i fatti suoi. Il decano dei cantautori italiani (88 anni), accompagnato dal pianoforte di Danilo Rea, è ieratico e un po’ affaticato nel porgere «Una grande storia d’amore», «Sapore di sale» e «Il cielo in una stanza». Ornellona (88 anni, è nata solo un giorno prima di lui) risponde, anche lei con tenera vitalità, sulle note di «Vai, Valentina», «L’appuntamento», «Eternità» e «Una ragione di più». Funziona, nella narrazione di questa kermesse, il tenere insieme gli anzianotti ed i giovanotti, l’amarcord e i successi prossimi venturi. Una scelta inclusiva, anche su questo fronte.

Poi si può solo correre verso la fine, applaudire la bellezza di Luisa Ranieri, e chiedersi se davvero «C’è posta per te» su Canale 5 riuscirà ad infastidire Ama, il conduttore-condottiero, vero vincitore indiscusso di questa edizione n. 73 del Festival della canzone italiana. Rosa Chemical fa un po’ di teatrino no gender: scende in platea, si dimena un po’ su Fedez seduto in prima fila mimando un amplesso, poi lo porta sul palco e lo bacia sulla bocca, che gli sarebbe costato una lite con la moglie. Il rapper è stato uno dei protagonisti assoluti di questa edizione. Come rimarca Fiorello in un esilarante collegamento televisivo: «Fatemi vedere Colletta per un’ultima volta. I dirigenti Rai ora andranno tutti a casa, ma un Festival così è irripetibile». In prima fila ride anche l’ad Fuortes.

I Cugini di Campagna sono più kitsch che camp. Madame e Ariete sono le punte del nuovo pop italiano che vuole liberarsi delle schiavitù della definizione di genere sessuale, sono uscite dalle loro camerette per conquistare hit parade e sold out. «Mr Rain» riporta in scena il coro di bambini che ha funzionato benissimo come acchiappavoti per la sua «Supereroi», Lda mette a fuoco la migliore lettura della sua «Se poi domani», i Coma_Cose evocano «L’addio» diventato per loro promessa di matrimonio. Poi il televoto detta la sua classifica e la gara ricomincia a cinque: stavolta conta anche il verdetto di sala stampa e giuria demoscopica. E a notte fondissima Sanremo incorona la canzone regina del 2023.

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