Il regista e fondatore del Teatro Patologico Dario D’Ambrosi si racconta da Francesca Fialdini a ‘Da noi…a ruota libera’: in onda su Rai1. «Sono un mancato giocatore di calcio… finito a raccontare la follia grazie alla teatroterapia e al disagio mentale, uno scambio di ricchezze. Grazie al teatro la malattia mentale si trasforma in libertà!». E quell’incontro con Papa Francesco: «Non smettere mai il lavoro che fai con questi ragazzi»
In un'atmosfera carica di emozione e rivelazioni, Dario D'Ambrosi, il visionario regista e fondatore del Teatro Patologico, si è aperto in un'intervista esclusiva con Francesca Fialdini a 'Da noi...a ruota libera' in onda su Rai1.
Un’esperienza personale, quella di Dario D’Ambrosio, iniziata quando l’attore, a 19 anni, decide di vivere in un istituto psichiatrico per tre mesi: «Volevo capire e comprendere fino a che punto può arrivare la mente umana. Grazie a degli amici psichiatri riuscii a fare questa esperienza insolita. Fu un’esperienza dura, fortissima, che però mi ha fatto scoprire la mia strada. Da allora ho unito le mie due passioni: il teatro e lo studio delle disabilità».
In un momento toccante e significativo, Dario D'Ambrosi ricorda a Francesca Fialdini un incontro memorabile con il Santo Padre: «Papa Francesco mi disse: 'Dario, non smettere mai il lavoro che fai con questi ragazzi'», ricorda. Quelle parole, cariche di sostegno e incoraggiamento, si rivelarono un catalizzatore potente per il prosieguo della sua missione nel mondo della teatroterapia con persone disabili.
C’è anche il tempo, in chiusura, per un’anticipazione sul nuovo film, presto nelle sale cinematografiche: «C’è un cast di bravissimi attori, che da molti anni sono amici del Teatro patologico e hanno dimostrato grande disponibilità a collaborare con noi: Claudia Gerini, Marco Bocci, Vinicio Marchioni, Claudio Santamaria, Edoardo Leo, Riccardo Ballerini, Stefano Fresi, Raoul Bova e Stefania Rocca».