Filumena Marturano: «Eduardo fa bene alla tv. E noi continuiamo con lui»

Scalera e Gallo commentano il Nastro d'argento per l'opera andata in onda su Rai Uno

Scalera e Gallo in Filumena Marturano
Scalera e Gallo in Filumena Marturano
di Luciano Giannini
Venerdì 16 Giugno 2023, 07:46 - Ultimo agg. 16:12
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Lui dice di lei: «Con Vanessa è amore artistico. Siamo come due musicisti a cui piace suonare insieme. Sul set sentiamo i suoni reciproci e troviamo l'intonazione giusta». E lei di lui: «Max è un amico con cui lavoro molto bene. Tra noi è... è come stare in famiglia». Massimiliano Gallo e Vanessa Scalera: il trio si chiude con Francesco Amato, il regista. In tre hanno portato al successo «Imma Tataranni sostituto procuratore» (in autunno, su Raiuno, la terza serie). E, ora, la loro «Filumena Marturano», su Raiuno nel dicembre scorso, conquista il Nastro d'argento come miglior film tv. Il riconoscimento dei giornalisti cinematografici alla serialità d'autore, nato da tre anni in collaborazione con la Film Commission Regione Campania, si svolge a Napoli per rimarcare il contributo che la città dà a questo vitale settore produttivo.

L'appuntamento è in programma domani sera al teatrino di corte in Palazzo reale. Sul podio, innanzitutto, saranno due prodotti di Rai Fiction: gli artefici del fenomeno «Mare fuori», diretto da Ivan Silvestrini, «serie dell'anno»; e di «Esterno notte» di Marco Bellocchio, «miglior serie», che raccoglie anche i riconoscimenti a Margherita Buy (attrice protagonista) e Fabrizio Gifuni (attore).

Gli altri titoli: per il crime, «La legge di Lidia Poët» (Netflix); per il dramedy, «Prisma» (Prime Video); per la commedia, «Call my agent - Italia» (Sky); per le docuserie, «Circeo» (Paramount+ e Rai Fiction). Valentina Bellè («The good mothers», Disney+) vince come attrice non protagonista; Andrea Pennacchi «Tutto chiede salvezza» (Netflix) tra gli attori. Nastri speciali a «Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa» (Rai Fiction); a Francesca Comencini per la direzione artistica di «Django» (Sky); a Paolo Sorrentino, guest star in «Call my agent...»; alla Lux Vide per i primi 30 anni di successi. Nastro della legalità a «Tutto per mio figlio» (Rai Fiction).

Massimiliano, domanda provocatoria: ma... questi premi servono? E a chi? «Soprattutto al sistema dello spettacolo. Danno prestigio. Per me hanno l'impatto di una carezza. Mi rendono grato e soddisfatto». Vanessa, il riconoscimento a «Filumena Marturano» va anche a una squadra affiatata, che lavora insieme da quattro anni: «Ci siamo trovati a fianco a fianco per caso e, poi, ci siamo scelti». Quale fu la prima reazione alla proposta? Max: «Di gioia. Tutti e tre ci siamo sentiti protetti l'uno dall'altro. Amato ha rispettato Eduardo, evitando il timore reverenziale». Vanessa? «Ero dubbiosa. Mi precedevano mostri illustri... parola che detesto, perché con i mostri non si va da nessuna parte». Quindi? «Ho pensato: chi se ne frega e scacciato la paura. È la retorica di queste situazioni che mi irrita. Anche oggi ci sono attrici preparate e di talento, capaci di affrontare ruoli sacri».

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Avete visto i precedenti? Max: «Sì. Il film con Titina, per esempio, tradisce il rapporto di fratellanza con Eduardo. Noi abbiamo raccontato altro: il rapporto Filumena-Domenico Soriano soprattutto, che dipendono l'uno dell'altro. Lui ha la sindrome di Peter Pan ma, poi, diventa adulto». E «Matrimonio all'italiana»? Max: «Inutile percorrere gli stessi passi». Vanessa? «È parte della nostra cultura, ci sbatti il muso comunque. L'ho visto e sono andata oltre. Io sono io e vivo in una epoca diversa». A luglio tornerete sul set di «Napoli milionaria!» diretti da Luca Miniero. Vanessa: «Una storia di guerra che ci fa da specchio. Soprattutto l'Amalia del secondo atto parla di noi. È allettata dal benessere, ma la vita la sommerge. La sua battuta finale è bellissima: "ch'è succiesso?"». E Max: «Un capolavoro assoluto. Di solito, occorrono almeno 20 anni per avere uno sguardo lucido sul passato, mentre Eduardo scrisse la commedia a guerra in corso. Al principio, il suo Gennaro Iovine resta ai margini. Poi, come Soriano in "Filumena Marturano" , cresce. La storia è la conquista di una maturità, che Eduardo sperava riguardasse non soltanto la famiglia, ma l'intera città. Era un messaggio. Non colto».
 

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