Sono passati quasi tre mesi dalla morte di Lucia, la moglie di Lino Banfi e lui non riesce a pensare ad altro. Malata di Alzheimer da qualche anno, è stata poi portata via da un tumore al cervello, un copione a cui il nonno d'Italia - come è stato definito dal presidente Sergio Mattarella, proprio nel momento più doloroso - non era proprio preparato. E adesso Pasquale Zagaria, alias Lino Banfi, ha deciso di aprire il libro dei suoi ricordi in cui non mancano siparietti hot...
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Lino Banfi
In una lunga intervista a La Repubblica, Lino Banfi racconta un aspetto che lo tormenta. «Non c'è niente da fare. Non riesco a sognarla», spiega parlando di sua moglie Lucia. «Vado a letto e penso: vedrai che stanotte Lucia mi viene a trovare». L'amore della sua vita è morta da quasi tre mesi e niente... si addormenta, ma lei non arriva. Ma lui non demorde: «Nessuno me lo toglie dalla testa: voglio sognare mia moglie». Una donna - racconta - che non è mai stata gelosa.
«Ti sei divertito, eh?»
Pasquale Zagaria e Lucia si sono sposati nel lontano 1962, di nascosto da un suocero che non voleva che andasse in porto il matrimonio, e Lino Banfi ancora non era nemmeno nei sogni più spinti della coppia. Negli anni, poi, sono arrivate le commedie sexy, le serie tv che lo hanno reso nonno Libero e ben 4 Telegatti.
Ma tutto è iniziato al fianco di attrici come Edwige Fenech e Nadia Cassini, icone intramontabili di femminilità ed erotismo con il quale il personaggio Lino Banfi è nato.
Solo in tempi recenti, Lucia ha voluto lanciare una frecciatina al marito... «Era già malata di Alzheimer e mentre guardavamo un mio vecchio film si è girata e mi ha detto: "Però ti sei divertito, eh?". E io ho negato. "Però minne (seni ndr) e fondo schiena ne hai toccati», ricorda con un sorriso amaro l'attore... un attore che deve il suo nome a un'altra celebrità della televisione.
Dove nasce il nome Lino Banfi
Nella lunga intervista i temi trattati sono tanti, ma un aneddoto colpisce: è stato Totò ad aiutare Pasquale Zagaria a trasformarsi in Lino Banfi. «Ho chiesto a lui un consiglio. Se andasse bene il nome Lino Zaga» e lui, da buon partenopeo superstizioso, ha replicato: «Lino sì, ma l'abbreviazione del cognome porta male», e così nacque Banfi.
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