Il tecnico Andrè: «Canottieri
credi nella salvezza»

Christian Andrè
Christian Andrè
di Diego Scarpitti
Giovedì 23 Gennaio 2020, 22:05
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«Non so cosa sia più facile, se mettere in carreggiata il Napoli di Rino Gattuso o la Canottieri in serie A1. Conosco i problemi che abbiamo al Molosiglio e quanto sia difficile la nostra situazione nella pallanuoto». Il coach giallorosso Christian Andrè sa cosa gli riserverà il 2020. Sabato 1 febbraio trasferta alla Bruno Bianchi contro Trieste, 12esima giornata della regular season, dopo la sosta per l’Europeo di Budapest.

Fanalino di coda a 4 punti. «In classifica siamo ultimi ma ancora vivi e in gioco. Se riusciremo ad allenarci bene, potremo dire la nostra: è un’impresa molto complicata ma si può cercare di fare molto di più», avverte fiducioso Andrè, che non nasconde di essere tifoso di Higuain e compagni.

«La passione per la Juventus me l’ha trasmessa mio padre. Da sempre ho respirato quest’atmosfera in casa. Sono sempre stato appassionato di calcio. Come regali, a Natale e non solo, chiedevo qualcosa inerente al calcio: scarpette, pallone e completino. Durante i Mondiali del 1978 in Argentina, -avevo 6 anni-, mi svegliavo la notte, per vedere le partite che non fossero dell’Italia e mia madre si disperava», ricorda la bandiera ed ex capitano della Canottieri.

Posticipo di lusso. «Il Napoli può arrivare in Europa League. Si riprenderà certamente. Spero che la risalita non parta già domenica 26 gennaio. Napoli-Juventus è la gara che può dare gli stimoli migliori all’ambiente. Così come credo nella salvezza della Canottieri e ci credono anche i ragazzi. Siamo consapevoli di quanto sia difficile».

Momento delicato. «Canottieri una squadra profondamente rinnovata e sensibilmente indebolita rispetto alla formazione che lo scorso anno raggiunse la salvezza alla penultima giornata. Sono andati via ben sei giocatori, che avevano realizzato ben oltre l’80% dei gol, sostituiti da ragazzi molto giovani privi di esperienza in serie A1. Senza tralasciare gli innumerevoli problemi di inizio stagione (allenamenti ridotti e spazi acqua deficitari) e i due canadesi Matthew Halajian e Gaelan Patterson che si sono aggiunti a capitan Umberto Esposito e soci soltanto due settimane prima dell’inizio del campionato», argomenta Andrè.

Desiderio. «Mi farebbe piacere incontrare Maurizio Sarri, non tanto quanto tecnico dei bianconeri ma come allenatore che ha fatto la gavetta, portando avanti una precisa idea di calcio anche quando è arrivato ad alti livelli, rimanendo fedele a se stesso. Mi è sempre piaciuto e sarebbe un onore incontrarlo. Ero innamorato del suo Napoli, quello della Grande Bellezza, seguivo con grandissima ammirazione tutte le partite degli azzurri».

Stima infinita. «Credo che quello di Sarri sia stato il miglior calcio prodotto negli ultimi 20 anni, insieme al Barcellona di Josep Guardiola e al Liverpool di Jürgen Klopp, e che abbia lasciato un segno, irriproducibile al Chelsea e alla Juventus, dove ha bisogno di tempo, per applicare i suoi dettami. Rispetto alla Juve di Allegri, la sua compagine mostra una capacità evidente di riconquistare prima la palla e pressare alto. E’ primo in classifica e in corsa Champions. Positivo il suo lavoro a Torino fin qui», rileva la guida tecnica canottierina (nella foto di Teambomber).
 
Rilancio. «Da osservatore esterno, anche se non ho tutti gli elementi per valutare il caso di specie, credo che nel Napoli sicuramente abbiano sbagliato tutti. Probabilmente sarebbe servito un po’ più di buon senso da parte del presidente Aurelio de Laurentiis, di non forzare la situazione, che poi è degenerata nella condizione attuale. E’ stato un clamoroso autogol dei giocatori super pagati, che hanno rifiutato di eseguire un ordine della società», conclude Andrè.

Futuro. «Posso immaginare la situazione che sta vivendo Gattuso. Ad un campione del mondo posso consigliare di ascoltare se stesso ed i giocatori. In un contesto del genere serve avere la capacità di estraniarsi dagli elementi di contorno, da chi parla senza conoscere le situazioni o da chi pensa di avere la bacchetta magica. Gattuso ha dimostrato di avere coraggio e insieme al gruppo, capitanato da Lorenzo Insigne, uscirà presto dalla crisi». Auspicio rivolto anche alla (sua) Canottieri.
 
 
 
 
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