Nippon Club Napoli: la società top
con tre campioni del mondo

Giovanni e Antonio Esposito con Christian Palati (al centro)
Giovanni e Antonio Esposito con Christian Palati (al centro)
di Diego Scarpitti
Venerdì 2 Novembre 2018, 18:49
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Ossimori, contraddizioni, paradossi. Meno impianti, più vittorie; meno strutture, più primati; meno attenzione allo sport, più tesserati. Succede all’ombra del Vesuvio. Ad una minore incidenza sul Servizio Sanitario Nazionale corrisponde un risparmio sostanziale sulle finanze della collettività. Fino a quando non si comprenderà che lo sport rappresenta una priorità nazionale, la battaglia di civiltà è già persa in partenza. La periferia di Napoli si conferma un vero Eldorado e fucina di talenti. Si attesta società dei record con ben tre campioni del mondo provenienti dalle sue fila la Nippon Club. Antonio e Giovanni Esposito, rispettivamente nel 2013 e 2015, e ultimo, soltanto in ordine cronologico, Christian Parlati nel 2018. Ad aver indicato la strada, vincendo per primo il titolo iridato, il biondo judoka, apparso a Canale 5, per sostenere l’amico Fabio Basile, oro ai Giochi di Rio 2016, 200esima medaglia olimpica italiana, impegnato nel Grande Fratello Vip.

«Sono emozioni indescrivibili. Quando arrivi in vetta, vedi il coronamento di un sogno da bambino. Non ci sono parole, per rendere l’idea di trovarsi sul tetto del mondo. Sono contento che abbiano provato le mie stesse sensazioni Giovanni e Christian. Ci alleniamo insieme e trascorriamo gran parte della giornata sul tatami», afferma il «pioniere» Antonio, tesserato per le Fiamme Azzurre. Un titolo condiviso in famiglia. «Tutti mi chiedevano di mio fratello Giovanni. Scaramantico, rispondevo: «Impossibile». Addirittura è giunto il terzo titolo dalla Nippon Club Napoli: vuol dire che si lavora bene, grazie ai maestri Lello e Massimo Parlati, che credono nella crescita prima degli uomini e poi dei campioni». Consanguinei sulla materassina gli Esposito boys. «È stata una grossa soddisfazione trionfare tre anni fa. Bisogna puntare ancora più in alto nei senior. Daremo il massimo per riuscirci», assicura Giovanni, appartenente al Gruppo Sportivo della Polizia Penitenziaria. La palestra dei record, la sola, forse, in Europa a vantare di tre campioni del mondo, rischia di chiudere da qui a breve per i lavori di restyling in vista delle Universiadi, lasciando appiedati gli atleti. Non si smette, però, di sognare in previsione di Tokyo 2020. «Cammino abbastanza lungo. Spero di partecipare e magari strappare una medaglia», auspica Giovanni (nelle foto di Franco Di Capua). Chiude la triade magica Christian Parlati, trionfatore alle Bahamas. «Felicissimo. Ripenso a tutti i sacrifici fatti e poi sono esploso di gioia al momento dell’ippon. Ancora oggi, forse, non ho realizzato l’impresa compiuta», ammette il figlio d’arte e atleta delle Fiamme Oro.
 
 

Napoli nelle sfere inavvicinabili e imprendibili del judo internazionale. «A breve un Grand Prix in Olanda e poi tre settimane in Giappone per il training camp con la Nazionale italiana», si porta in avanscoperta Christian nel paese del Sol Levante, dove si terranno le prossime Olimpiadi estive. Lealtà e correttezza doveri inderogabili e obbligatori del judo, che nasce come metodo educativo per rendere il praticante un uomo migliore.

Grandi vittorie e grandi numeri si conciliano in un quartiere periferico napoletano. «Siamo fieri di quanto stiamo costruendo per il territorio. Ponticelli nota per vicende di cronaca nera. Noi cerchiamo di imprimere una marcia in più e far parlare per questioni positive. La nostra una struttura ventennale, punto di riferimento, che accoglie ragazzi a rischio», dichiara il tecnico Massimo Parlati, evidenziando lo stretto rapporto tra sport e sociale. «Binomio vincente in tale contesto: raccogliamo risultati eccezionali e molti ragazzi riescono a trovare il loro futuro. Speriamo di continuare così con l’appoggio delle istituzioni e il sostegno delle Fiamme Oro. Lecito ambire a plasmare campioni olimpici e del mondo».

Dal cognome pesante, nel duplice ruolo di papà e maestro, Raffaele Parlati. «Emozione indicibile innanzitutto come genitore vedere mio figlio vincere il Mondiale: realizzazione di un sogno. Come maestro è il terzo titolo del mondo: «Non c’è due senza tre». Abbiamo suggellato un sogno anche come società e messo un sigillo veramente importante sullo sport italiano». In cima per vent’anni di risultati: campionati d’Europa, Giochi del Mediterraneo e altro. Si approssima un biennio con scadenze imminenti: le Universiadi nel 2019 e le Olimpiadi nel 2020. «Molti dei nostri ragazzi gareggeranno ai Giochi Universitari: Nadia Simeoli, Antonio e Giovanni Esposito, Christian. Ci teniamo a fare bene nella nostra città. L’occhio chiaramente è puntato verso il Giappone, dove crediamo di mettere un ultimo tassello». Non esistono sommità tali da non poter essere scalate, soprattutto quando si sogna in maniera incondizionata.
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