Napoli-Fiorentina, intervista a Joe Barone: «Rocco e Aurelio modelli vincenti»

«Il Viola Park sia un modello universale perfetto per Napoli»

Joe Barone con Rocco Commisso
Joe Barone con Rocco Commisso
di Bruno Majorano
Sabato 7 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:26
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Due finali (seppur perse) la scorsa stagione, un centro sportivo che è già un fiore all'occhiello (il Viola Park) e poi un progetto che profuma di successo: la Fiorentina è una delle realtà più all'avanguardia della nostra serie A. Lo sa bene Joe Barone, direttore generale del club viola, e per questo si gode la sua creatura con il sorriso di chi sa il fatto suo. Insieme al presidente Rocco Commisso ha fin qui vinto la scommessa con il calcio italiano, ma l'impressione nitidissima è che i due non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Non adesso.

Allora partiamo dall'attualità: il modello Fiorentina. Possiamo chiamarlo così?
«Il nostro è un modello basato sui principi dell'università americana.

Un modello destinato nello stesso modo a generi e generazioni ovvero a donne e uomini a partire dai bambini e bambine fino agli adulti».

Si riferisce al Viola Park, il nuovo centro sportivo della Fiorentina.
«Lo chiamo il modello Y perché su un lato c'è l'aspetto sportivo e sull'altro ci sono i tifosi. E i due elementi si uniscono, si fondono. Abbiamo creato questo centro sportivo che definirei totale. E ci piace che possa accogliere tante persone ogni giorno, non solo quando ci sono le partite. Ci piace la cultura della persona che può vivere la squadra quotidianamente».

Effettivamente quello degli impianti sportivi resta un tema caldissimo in Italia.
«Le regole governative sono ancora vecchie e devono essere aggiornate. Sono d'accordo con Abodi: abbiamo bisogno di una persona che se ne occupi».

Si è parlato di un commissario.
«Sì, ci serve: ma deve essere un tecnico della materia e non un politico. Per esempio un architetto come il nostro, Marco Casamonti, che non solo ha realizzato il Viola park ma anche altre strutture all'avanguardia in Italia. Conosce le problematiche e sa dove mettere le mani. In Italia abbiamo ancora una normativa troppo vincolante. La legge deve essere più moderna e più reale. Ci servono investimenti non chiacchiere. Noi siamo arrivati con le idee chiarissime: uno stadio nuovo e un centro sportivo nuovo. Per lo stadio siamo finiti in un ginepraio, mentre il centro sportivo è una realtà a livello mondiale».

Per lo stadio ha le idee chiare?
«Impianti funzionali, moderni e accoglienti. Non serve ristrutturare impianti che hanno già problemi, ma costruire stadi moderni».

Dagli stadi al campo: lo scorso anno tre italiane sono arrivate a giocarsi altrettante finali delle coppe europee, tra queste c'era anche la Fiorentina, ma a che punto è il calcio italiano?
«È sempre molto competitivo, ma abbiamo bisogno di mettere più attenzione sul futuro. Con il presidente Gravina bisogna lavorare per dare maggiore spazio ai giovani. Bisogna ripartire dai vivai. Ci serve anche una mano dal Governo».

Ovvero?
«Il Decreto crescita aiuta gli stranieri ma di conseguenza penalizzagli italiani. Io dico: diamo le stesse agevolazioni. Alzerei il numero di giocatori cresciuti nel vivaio che vanno inseriti nelle liste a inizio campionato: dovrebbero diventare 6»

Tra i maggiori sostenitori delle vostre idee c'è il presidente De Laurentiis
«Rocco Commisso e Aurelio De Laurentiis hanno un grandissimo rapporto e massimo rispetto. Sono due imprenditori che sanno rischiare e hanno una visione futuristica. Ricordo ancora che all'inizio della passata stagione in tanti contestavano le scelte di Aurelio e poi alla fine ha vinto lo scudetto. Lui e Commisso hanno uno stile simile, sanno lavorare e hanno pazienza. Si fanno rispettare e non hanno paura di difendere le proprie idee».

Proprio quest'estate De Laurentiis ha fatto anche un pensierino al vostro allenatore: Vincenzo Italiano.
«Ma aveva un contratto. E i contratti si rispettano. Mi sembra che anche De Laurentiis la pensi così. Noi siamo persone di parola. E Vincenzo non è mai venuto da me a dire che voleva andare via. Un contratto è un contratto».

Lo scorso 6 maggio era con la Fiorentina a Napoli e avete potuto assistere alla grande festa per lo scudetto.
«Abbiamo mostrato il nostro rispetto ai campioni d'Italia con il pasillo de honor perché il Napoli aveva fatto un grande campionato, poi è iniziata la partita e ce la siamo giocata per vincere, come sempre. In quella stessa giornata abbiamo dato il nostro tributo anche a Maradona. È stata una giornata bellissima per me e per Rocco. Abbiamo reso omaggio una calciatore che a Napoli e al calcio mondiale ha dato creatività, gioia ed emozioni».

Ma lo scudetto del Napoli, lontano da Milano e Torino, cosa rappresenta per le altre realtà emergenti e ambiziose come la Fiorentina?
«Noi giochiamo sempre per vincere e l'Italia non è solamente Milano e Torino: ci sono anche Firenze, Roma, Napoli e tante altre piazze importanti. Quello che ha fatto lo scorso il Napoli ha aperto la porta a tanti sogni. All'inizio hanno avuto tanti attacchi ma hanno fatto un grande lavoro portando a casa presto lo scudetto. Anche per noi è un sogno che speriamo si possa realizzare».

Ha avuto modo di vedere il calore del popolo napoletano: se lo immaginerebbe un Napoli Park come il vostro ma in Campania?
«Il bacino campano e napoletano sarebbe perfetto per una struttura del genere. Penso che il territorio sia ricchissimo di giovani interessanti, ma bisognerebbe investire. Noi abbiamo dato a disposizione a Italiano strutture e giocatori all'avanguardia. Ma tutto questo arriva da Rocco che ha fatto tanto per la Fiorentina e per la città di Firenze. Credo che il Viola Park sia un modello universale, non solo per i club professionistici». 

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