Bomber di razza, mediatore, ora indispensabile trascinatore. Mai come adesso, Ciro Immobile si è caricato la Lazio sulle spalle. Dopo la disfatta di Verona la sua delusione, soprattutto le sue parole hanno lasciato il segno nell’ambiente e nello spogliatoio. Frasi come «dobbiamo farci un esame di coscienza perché non stiamo dando tutto» ancora riecheggiano nella testa di Luis Alberto e soci, come tanti piccoli cerchi che si formano e si moltiplicano dopo aver gettato un sasso nello stagno. Da capitano avverte la responsabilità, è motivatissimo per la partita di questa sera con la Fiorentina. E in questi giorni di ritiro a Formello non ha fatto altro che cercare di trasmetterla ai suoi compagni. Vuole convincere chi ancora è titubante sulla bontà del progetto di Sarri. Lui, che era uno dei primi soldati di Inzaghi, crede nel Sarrismo e ha tentato di portare dalla sua parte tutta la squadra. Vuole che tutto funzioni per il meglio, vuole riportare serenità e provare a far risalire la Lazio in alto in classifica. È questo il suo vero e unico obiettivo. Poi il resto verrà da sé, come il primato assoluto dei gol in biancoceleste. È a meno uno da Silvio Piola, 159 a 158, e con la formazione di Italiano spera di agguantarlo e, magari, anche superarlo.
LE SCELTE
La statistica parla per Ciro, visto che la Fiorentina è una delle squadre a cui ha fatto più male in carriera e poi anche perché negli ultimi tre incontri di campionato con i toscani ha segnato è sempre andato in gol.