Superlega, il calcio senza più favole:
dall'Ajax al Benfica, la storia dimenticata

Superlega, il calcio senza più favole: dall'Ajax al Benfica, la storia dimenticata
di Bruno Majorano
Mercoledì 21 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo agg. 19:51
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La musichetta non esisteva ancora. Perché la Champions League si chiamava ancora Coppa dei Campioni ed era aperta solo ai club che vincevano il rispettivo campionato. Ere geologiche fa rispetto ad oggi che si parla di Superlega, di campionati per supericchi e di sogni infranti per milioni di tifosi che anno dopo anno speravano di poter accedere alla coppa più importante d'Europa per sfidare le superpotenze degli altri campionati.

Eppure, quando la musichetta ancora non c'era, c'erano squadre capaci di trasmettere quella stessa magia pur senza rappresentare ricchi casati. Basti pensare al Benfica, vincitore della Coppa dei Campioni per due anni di fila: 1961 e 1962. Sul trofeo il marchio a fuoco di due personaggi destinati ad entrare per motivi diversi nell'immaginario collettivo del calcio: Eusebio e Bela Guttman. L'attaccante fu protagonista soprattutto del secondo titolo continentale dei portoghesi, per poi diventare il simbolo di una squadra e di una nazione a suon di gol (tra palloni e scarpe d'oro messe in bacheca). L'allenatore austriaco, invece, fu artefice dei successi europei del Benfica guidandoli dalla panchina alla vittoria delle due Coppe dei Campioni, per poi diventare celebre dopo il suo addio con la famosa maledizione abbattutasi sul club di Lisbona: «Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni». Effetti confermati solo a metà, perché se il Benfica non ha mai più vinto nulla in Europa dopo di lui, il Porto ha sollevato per due volte la Coppa dei Campioni (nel 1987 e nel 2004 con Mourinho). Eppure, né il Benfica né il Porto sono tra le squadre invitate a prendere parte alla prossima Superlega. 

Esclusa clamorosamente dalla rosa delle squadre storiche d'Europa c'è anche l'Ajax. E in questo caso il mancato invito al club olandese fa ancora più scalpore. Perché la squadra di Amsterdam è stata una delle più vincenti all'inizio degli anni 70. Basti pensare alla vera e propria dinastia aperta dall'Ajax di Cruijff, capace di salire sul tetto d'Europa per ben tre volte di fila: dal 1971 al 1973. E come se non bastasse, poi, l'Ajax ha conquistato la coppa anche nel 1995 guidata in panchina da un giovane e ambizioso Luis Van Gaal e trascinata in campo dai vari Davids, De Boer e un giovanissimo Seedorf, tutti destinati a diventare leggende del calcio olandese e mondiale.

Lo steso Guardiola si è stupito del mancato invito recapitato all'Ajax. «L'Ajax ha vinto quattro Coppe dei Campioni e non c'è? Devono spiegarlo a tutti noi». 

Volendo andare per meritocrazia, poi, menzione speciale meriterebbero il Nottingham Forest di Brian Clough (campione a sorpresa della Coppa Campioni nel 1979 e nel 1980) e il Siviglia che addirittura ha portato a casa la bellezza di 6 Coppe (tra Europa League e Coppa Uefa) tra il 2006 e il 2020 (addirittura tre consecutive). Quella del Nottingham Forest è stata una delle favole più belle della storia del calcio europeo: una neofita capace di vincere la Coppa dei Campioni per due anni di fila, pur conquistando appena un titolo in patria (alla seconda edizione aveva partecipato in qualità di campione in carica). Un qualcosa di irripetibile e magico, frutto di un'alchimia unica che il suo allenatore - Brian Clough - fu capace di creare in quegli anni. Ma le favole legate alla Coppa dei Campioni sono anche quelle di Aston Villa, Celtic, Feyenoord, Amburgo, Steaua Bucarest, Psv, Stella Rossa Belgrado, Marsiglia e Borussia Dortmund: tutte squadre che nella loro storia sono riuscite a sollevare per una sola volta il trofeo più importante d'Europa, pur partendo ai blocchi di partenza come Cenerentola del torneo. Il tutto a dimostrazione dell'imprevedibilità di una competizione capace di riservare sorprese continue, piccole dinastie inattese e meravigliose favole destinate a rimanere nella storia. Quella storia che oggi la Superlega rischia di portarsi via per sempre insieme alla magica musichetta della Champions. 

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