Savoia, via le maglie: la Procura apre un'inchiesta: «Nessuna minaccia»

Savoia, via le maglie: la Procura apre un'inchiesta: «Nessuna minaccia»
di Fulvio Scarlata
Martedì 11 Novembre 2014, 09:01
3 Minuti di Lettura
Il volto da lottatore impavido, il carattere di uno che non si ferma mai, e il sangue caldo di chi è abituato a rispondere a muso duro a ogni provocazione, in campo e fuori, specialmente se si gioca in Lega Pro. Ciccio Scarpa è fatto così. E quando domenica i tifosi inviperiti gli hanno lanciato contro ogni tipo di insulti fino al classico «Toglietevi la maglia che non siete degni», lui prima ha reagito rispondendo a tono, poi la divisa del Savoia la ha presa e lanciata contro la curva del «Giraud» seguito dal suo compagno Antonio Del Sorbo.



Adesso è scattata l'indagine della Procura. Perché a Torre Annunziata niente è scontato. E le indagini della polizia cercano di chiarire quanto è avvenuto tra tifosi e giocatori del Savoia. Alcuni agenti, secondo una prima ricostruzione, erano intervenuti subito per far calmare gli animi fino a convincere Del Sorbo a tornare indietro e raccogliere le maglie buttate per terra. Tuttavia si vuole capire se ci sono state intimidazioni e minacce ai due giocatori o si sia solo trattato di un gesto di reazione di Scarpa e Del Sorbo di fronte a critiche troppo aspre.



Loro, i protagonisti del dopo-partita di Savoia-Paganese, ieri sono stati isolati da qualsiasi contatto esterno. È stato pure cancellato l'intervento di Scarpa su SportItaila, nella finestra dedicata alla Lega Pro in cui vengono intervistati i capitani delle varie squadre. «Ma è un grande equivoco, si sta creando un polverone sul nulla - dice Francesco Maglione, dg del Savoia - Perché se ci fossero state minacce dei tifosi tutta la squadra avrebbe dovuto togliersi la maglia, invece hanno reagito gli unici due protagonisti del vittorioso campionato dell'anno scorso. La delusione dei tifosi è ampiamente comprensibile ma non bisogna mai andare oltre i limiti della contestazione civile. Come è accaduto questa volta. Insomma non è come due mesi fa quando ci fu l'aggressione, cioè la tentata aggressione all'ex allenatore Bucaro che era fomentata e strumentalizzata da qualcuno che non aveva solo interessi sportivi».



Secondo la versione che si racconta nell'ambiente del Savoia, Scarpa e Del Sorbo già negli spogliatoi avrebbero chiarito che il loro gesto è stato più di stizza e di rabbia. Certo i tifosi domenica li stavano insultando pesantemente e sicuramente c'è stato chi ha urlato: «Toglietevi la maglia che non siete degni di indossarla», anche per imitare la ormai storica contestazione dei tifosi genovesi in Genoa-Siena del 2012. Però difficile immaginare uno come Scarpa, che a Torre Annunziata è nato e cresciuto prima di avventurarsi su campi «caldi» come quelli di Salernitana, Cavese, Giugliano, Nocerina, Paganese, mettersi paura per quelle frasi.



«Era deluso e amareggiato per la sconfitta e la posizione in classifica - ripete Maglione - e ha avuto quel gesto». D'altra parte Scarpa è uno così. Esterno d'attacco molto offensivo, mancino, con un'altra testa avrebbe potuto giocare sui campi della A o della B. Poi disavventure varie, compresa una squalifica per doping, fino ad arrivare alla Paganese. Una squadra a cui è molto legato. Eppure nel 2013, al termine di un'azione stupenda, quando dopo essere ripartito dal proprio campo era arrivato al limite dell'area di rigore della Nocerina lasciando partire un tiro potente e preciso che si era infilato sotto la traversa, aveva esultato a modo suo: sfilandosi la maglia azzurrostellata per mostrare quella del Savoia. La sua, dunque, è la storia di un legame profondo con la squadra della sua città, come ogni legame fatto di amore e di odio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA