«Chiedimi se sono felice». Talvolta ad un calciatore basta poco per rianimarsi: un gol, un coro, l'aiuto dei compagni. È una sfida con la propria indole: chi non nasce Mazzocchi non può diventare all'improvviso condottiero. Però può farsi trascinare dai ricordi e dai buoni esempi. Bonazzoli e Bohinen, l'attaccante che non segna e il principe che non governa, prendano esempio da Rampulla. Ieri, mentre aggiornava l'amico Paulo Sousa sul borsino portieri (Sepe oppure Ochoa contro il Monza) il mite Michelangelo attraverso Instagram ha sbloccato un ricordo e ha festeggiato il 23 febbraio. È la data storica, quella del suo gol di testa, da portiere della Cremonese. «Chiedimi se sono felice». Bonazzoli avrebbe tanto da dare a sé e alla Salernitana: è l'attaccante più tecnico della squadra, l'anno scorso gli riuscivano cose meravigliose quando non rimuginava, quando giocava di carambola, da estemporaneo. Non è un centravanti, è uno che gira intorno alla prima punta e non c'è dubbio che la presenza di un gigante che spizzasse il pallone e gli permettesse di ronzare in zona gol ha portato benefici anche a lui, nella scorsa stagione. Ma questo tipo di giocatore, questo partner alto e grosso non c'è più: Bonazzoli adesso deve trovare altre strade e le deve trovare senza mollare l'amico entusiasmo.
Gli basterebbe sapere che a quota tredici gol in A in maglia granata sorpasserà Di Vaio e diventerà l'attaccante della Salernitana più prolifico in massima serie.
Quando è arrivato sul ponte di comando, Paulo Sousa si è subito accorto della qualità sopraffina di Bohinen. Oggi è un cigno che non canta. I teloni del centro sportivo Mary Rosy raccontano, però, che l'allenatore ieri in campo abbia dato molte indicazioni in lingua inglese. Si è rivolto a Botheim, certo, ma ha parlato molto anche con Bohinen, la luce delle idee. Dipende tutto da lui. «Chiedimi se sono felice» è il tormentone che ritorna di stringente attualità anche per Emil. Lo attendono tutti, ma dipende solo da lui: se ci mette fisico e impeto, il centrocampo cambia passo e la Salernitana volta pagina. Era una delle pepite d'oro del mercato estivo: mentre il Monza (tra le altre, insieme alla Sampdoria, al Sassuolo e alla Cremonese) aveva chiesto notizie di Bonazzoli, per Bohinen si era fatto vivo il Torino. Sulla scrivania del direttore sportivo De Sanctis era arrivata pure un'offerta ufficiale: 2,5 milioni di euro, rispediti al mittente. Adesso conviene a tutti che il centrocampista si desti dal torpore: a queste condizioni, la Salernitana non fa l'affare e il giocatore non ha più la fila davanti alla porta di casa. Non ha mai giocato 90 minuti in questo campionato, a Lecce partì titolare ma fu sostituito all'intervallo. Bohinen è costato alla Salernitana 4 milioni e 230mila euro tra prestito oneroso, riscatto e procuratori. Tutto cominciava un anno fa, ma adesso anche per lui siamo al bivio. Bonazzoli più Bohinen «fanno» 10 milioni di euro, al netto degli stipendi. Paulo Sousa ha un compito prioritario: la salvezza della Salernitana. Se però riuscisse a lucidare pure gli investimenti e rimetterli in vetrina per l'estate, il lavoro di un allenatore diventerebbe capolavoro.