Cagliari-Salernitana,
è già uno spareggio senza appello

Cagliari-Salernitana, è già uno spareggio senza appello
di Pasquale Tallarino
Martedì 23 Novembre 2021, 07:47 - Ultimo agg. 11:12
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Giovedì dopo pranzo, la Salernitana partirà in charter da Napoli per Cagliari. Nessun cambio di biglietto: l'amministratore Marchetti a Roma e il direttore sportivo Fabiani a Salerno hanno visto entrambi la partita contro la Sampdoria in tv, hanno riflettuto e confidano nel riscatto di Colantuono e dei calciatori nello «spareggio» di Cagliari. Perché è uno spareggio, una gara senza appello: non conta solo lasciare l'ultimo posto ma anche ritrovare fiducia e rivedere la targa delle altre pericolanti. Nessun cambio di biglietto, piuttosto è probabile che venga aggiunto Veseli (accelerazione, terapie a ciclo continuo) e inglobarlo nella trasferta.

È ovvio che dopo lo 0-2 rimediato all'Arechi siano tutti sulla graticola, in bilico. Non a caso, ieri i granata hanno provato a ragionare ed a rimediare ma anche a compattarsi: occhi negli occhi, hanno mangiato insieme dopo l'allenamento per «apparecchiare» una ripartenza ed evitare l'abbuffata di gol al passivo anche a Cagliari. È il punto di non ritorno, la Salernitana non può permetterselo: se annaspa sull'isola (annaspare vuol dire anche pareggiare) eguagliando la striscia negativa dalla prima alla quarta giornata di campionato, la squadra e l'allenatore rischiano l'indigestione. Colantuono, tecnico navigato, conosce le dinamiche del calcio e tira diritto per la propria strada. Ha un destino legato ovviamente ai risultati. È il mister nuovo di una squadra per lui nuova, trovata, ripresa, che ha accettato però di guidare consapevole di curve e salite. Ora dovrà riconquistare il terreno perduto nello scontro diretto che più diretto non si può, riscattando il rendimento al momento deficitario. Durante la sua gestione, sono arrivate una sconfitta all'esordio, una vittoria a Venezia, poi tre sconfitte. La Salernitana (la società) preferisce leggerle così, come si farebbe davanti ad un grafico di rendimento, anziché raggrupparle in «quattro sconfitte in cinque partite».

È la stessa cosa ma suona diversamente, tant'è che ci sono stati colloqui a distanza, confronti, inviti alla perseveranza, attestati di stima e fiducia al professionista Colantuono, all'uomo e al galantuomo. Adesso tutte le residue speranze di riscatto sono puntate sulla gara senz'alba. Seduto in panchina nell'ultimo spezzone di partita, Colantuono ha assistito al ko contro la Samp. Rassegnazione, insoddisfazione, riflessione? Nessuna delle tre. Ha spiegato di aver assunto questa postura/atteggiamento perché ha notato una squadra già sotto pressione, scossa e turbata. In A non è sufficiente mettere il cuore dentro le scarpe e correre più veloce del vento. Nelle scarpe bisogna mettere anche piedi che crossino, tirino, respingano. E se i piedi non sono sempre quelli del giocatore ispirato o gladiatorio, il quid in più deve arrivare anche dall'organizzazione, intesa come strategia e come lucidità. Che è mancata in maniera macroscopica. La Samp ringrazia per aver beneficiato del contropiede 4 contro 1 in occasione del raddoppio, sfruttando una situazione di scarso presidio della metà campo da parte granata, cioè accettando in partenza l'inferiorità numerica, già al momento di battere il calcio d'angolo verso l'area di rigore blucerchiata. Poi c'è stata anche la sfortuna.

Come definire altrimenti il fatto di aver «bruciato», nel senso di aver dovuto bruciare, tutti i cambi al 22’ della ripresa pur in presenza di Lassana Coulibaly in campo, dunque già destinato in partenza ad un rimpiazzo? Non a caso, Lassana ha concluso con i crampi (per fortuna solo quelli).

Ovviamente è sfortuna sopraggiunta, perché nella sfortuna precedente (Kastanos ko all'intervallo per fastidio al flessore, oggi atteso l'esito della risonanza) il primo cambio era avvenuto nell'intervallo e quindi c'era ancora possibilità di gestire gli slot, diluendoli con calma nei secondi 45 minuti. Ma evidentemente altri atleti hanno alzato bandiera bianca, a cominciare da Ribéry. Dopo aver cenato domenica sera in compagnia di un paio di amici salernitani, ieri si è messo alla guida del gruppo che deve ricostruire la ripartenza incollando i cocci. Pranzo insieme, tanta speranza di ripartenza, i propositi e la rabbia di un gruppo che ha cerotti, ma vuole venir fuori dalle macerie. Quest'ultimo è un termine che ha rispolverato anche Bonazzoli, escluso dall'undici base contro la Sampdoria sua ex squadra. Ha copincollato su Instagram le parole di Papa Francesco e la sua foto: «State in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli. Siate sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne. Siate costruttori in mezzo alle macerie, ce ne sono tante. Siate capaci di sognare».

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