Salernitana, missione gol: a lezione da Inzaghi

L'allenatore: "Iervolino mi ha chiesto di insegnare agli attaccanti le mie caratteristiche"

Salernitana, missione gol: a lezione da Inzaghi
Salernitana, missione gol: a lezione da Inzaghi
di Pasquale Tallarino
Lunedì 16 Ottobre 2023, 09:45
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La domanda per ossessionati del gol e del calendario «spiove» come un cross sul primo palo, al centro del festival dello sport. La rivolgono ad Inzaghi e lo riportano sulle tracce di Milan-Salernitana: «Sarà l'ultima giornata di campionato. SuperPippo, ci ha pensato». Alle latitudini di San Siro, ci vanno cauti con la maglia numero 9: da quando Inzaghi l'ha lasciata per andare in pensione da bomber, c'è voluto tempo per sfatare il tabù e trasformare i successori in punte vere. Oggi, però, da allenatore della Salernitana, Inzaghi esprimere un desiderio: «Non sono mai riuscito a tornare da avversario a San Siro.

Decidere lo scudetto con mio fratello a distanza? Me la sogno più serena per tutti». Insomma spera di fare prima. E per fare prima a maggio, bisogna fare presto a ottobre. La Salernitana, a scriverla tutta, è davanti a due finali contro rossoblu: prima il Cagliari, poi il Genoa; in cinque giorni, dal 22 al 27 di questo mese, «alta tensione-Inzaghi» deve riuscire nell'impresa di invertire il trend della propria squadra.

La sfida al Cagliari può dare slancio e abbrivio: l'ultima fa visita alla penultima, attacchi anemici, difese in bambola, SuperPippo nella doppia area di rigore già sta passando con la ruspa. Adesso la Salernitana ha bisogno di una botta di entusiasmo - l'entusiasmo del suo allenatore - per ritrovare la scia giusta. I gol per osmosi, la polvere di stelle nelle scarpe degli attaccanti che ha ingaggiato: patron Iervolino avrà pensato a questo, quando in viaggio verso Salerno ha chiesto a Inzaghi di insegnare a Dia, Cabral e compagnia come si faccia a colpire al momento giusto.

Lo ha svelato SuperPippo durante il festival: «L'altra mattina in treno parlavo con Iervolino, mi ha chiesto subito di insegnare agli attaccanti le mie caratteristiche. Al di là dei tempi di gioco che non si possono insegnare, io dalla palla mi allontanavo per nascondermi e poi riattaccare. Sono sensazioni di gioco difficili da spiegare. Bisogna conoscere i propri compagni, è la prima cosa che ho detto ai miei ragazzi, alla Salernitana. Sapevo quando Serginho crossava, Rui Costa o Kakà davano la palla, conoscevo Cafu, Pancaro, Pirlo che mi metteva palla sopra la linea. Avrei dovuto fare movimento incontro per non andare in fuorigioco. Conoscere il compagno è stata una mia ricerca maniacale: non avevo bisogno che il crossatore toccasse troppa palla, attaccavo il primo palo e cercavo di spiegarglielo».

Ora lui da attaccante ha capito che l'area avversaria non può restare deserta, come a Lecce. Sa inoltre che Bohinen è un regista e non un mediano: ha bisogno di due mezzali ai fianchi per muoversi slacciato dall'assillo di pressare sempre. Poi ha capito che se c'è Candreva si può giocare difficilmente con il 3-5-2, a meno che si tratti di un assetto ultra difensivo e da trasferta con Mast'Antonio unico suggeritore alle spalle di una sola punta. È più fattibile proporre il modulo 4-3-fantasia in avanti, cioè due esterni che possono essere a turno Cabral, Candreva e anche Tchaouna, se Dia fa la prima punta.

Se invece viene definitivamente inserito Simy in area di rigore, Dia può giocare sottopunta o più largo con un altro esterno. Le prove proseguono aspettando l'arrivo a scaglioni dei giocatori impegnati in Nazionale - recupererà tutti tra mercoledì e giovedì, Senegal-Camerun si gioca in Francia e Dia dovrebbe aggregarsi prima del solito - ma nel frattempo Inzaghi tiene d'occhio chi c'è, farà svolgere doppia seduta mercoledì (ripresa domani pomeriggio) e soprattutto non perde entusiasmo, passione, fiducia. «Quando scelgo un posto dove andare, mi faccio guidare sempre dalla passione - ha concluso -. Voglio l'entusiasmo, il calcio dei tifosi, l'affetto della curva. La vedo così perché so che tutto questo mi ha portato successo quando ero giocatore. A Salerno ho trovato la situazione ideale per fare bene. La squadra è forte, il presidente ha entusiasmo, il ds lo conosco bene. Arriveranno i risultati. Abbiamo una tifoseria tra le più belle d'Italia e i nostri supporter sono ovunque: adesso sta a noi trascinarli perché serve l'apporto di tutti per uscire dalla crisi. Siamo penultimi ma sono sicuro che ce la faremo. Faremo strada con l'onestà e il lavoro serio».
 

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