Salernitana, tensione Dia: adesso rischia un'altra multa

L'attaccante era atteso a Salerno per una risonanza: scatta la lettera di convocazione

Dia
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di Pasquale Tallarino
Venerdì 15 Settembre 2023, 08:15
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Ore 11.52, un ciclista-tifoso è sul rettilineo di via Lago Trasimeno, a Pontecagnano Faiano, ma si ferma al civico 17, sull'uscio del centro sportivo Mary Rosy. Non afferra la borraccia per dissetarsi ma si aggrappa al sogno, alla Salernitana. Voci di strada, voce del popolo: «Dia è tornato?». La Salernitana risponde scuote il capo. Pochi minuti dopo, un'altra domanda spiove a vuoto dal sellino, come un cross per Botheim a Lecce: «Dia si è ritirato?». Non è usato ovviamente nell'accezione di «addio al calcio», ma come «rincasare». La Salernitana è stata fin qui la casa di Dia, in granata, a suon di gol, ha conquistato la scorsa stagione il terzo gradino del podio della classifica marcatori, davanti a Zapata. Però Dia non c'è, è assente, non giocherà. «Tornerà Dia?». Questa domanda, oggi, sposta gli equilibri. È più importante del ritornello infrasettimanale: «Vinciamo contro il Torino?». Boulaye si è chiuso a riccio, in Francia. La Salernitana con De Sanctis interloquisce con gli agenti. È accaduto anche ieri. «Perché non torna?» La risposta è stata monocorde, quella del giorno prima: «Problemi personali e familiari».

Sono già partite lettere di convocazione ad horas e diffide a ritornare immediatamente, pena ulteriori multe. Resta sul piatto la tutela del patrimonio, anzi delle due facce dello stesso patrimonio. La prima è tecnica: il pallone che può far salvare, di solito, lo calcia l'attaccante, il bomber. La Salernitana, quindi, vuole restituire l'attaccante senegalese a Sousa in tutti i modi, ma non fuori tempo massimo. La seconda è economica: oggi Dia è un investimento impolverato, ci sono 15 milioni di operazioni di mercato prestito, riscatto e commissioni e circa 2 di stipendio «seduti» neppure in panchina ma addirittura su un divano di Parigi.

Servirebbe anche un lettino, quello del fisioterapista dopo la risonanza magnetica: c'è anche bisogno di verificare l'entità dell'infortunio rimediato in Nazionale, che per il Senegal è lesione del retto femorale della coscia destra. La Salernitana ha il diritto di accertare, di verificare.

In questo momento, però, ha anche il buonsenso di aspettare, ma non potrà farlo ad oltranza. Sullo sfondo l'argomento mercato è appena sfiorato e accennato, nel senso che dipende gioco forza da Dia. La Salernitana monitora ma sarà realmente attiva su un altro profilo solo se e quando sarà certa che Dia dovesse non giocare più in granata, solo se dovesse multarlo all'infinito, al punto da non pagargli più lo stipendio. In tal caso, si ricorrerebbe allo svincolato. Senza Boulaye è di sicuro un'altra squadra e con il Torino sull'uscio viene a galla pure una tripla, sfavorevole coincidenza: la Salernitana in Serie A non ha mai battuto il Torino e in aggiunta raccoglie poco di lunedì; Paulo Sousa non ha mai battuto Juric negli scontri diretti. I tabù sono fatti per essere presi a pallonate ma manca il grimaldello offensivo, manca il leader incontrastato dell'area di rigore. Dia è stato il centro di gravità della Salernitana, il totem.

Che fare? In questa affannosa ricerca del migliore assortimento, Paulo Sousa ridisegna una squadra operaia e cooperativa che debba riconoscersi intorno ad altri leader. Non è detto che siano nuovi leader, forse sono quelli di sempre ma senza l'esultanza con il binocolo. Candreva è il giocatore di maggiore esperienza ed è inevitabile che debba prendere per mano la squadra. A Lecce ha "rischiato" il terzo gol in poche settimane, ma ha centrato la sagoma del portiere Falcone. Vuole prendersi la rivincita con gli interessi e proprio il Torino è una delle avversarie alle quali ha segnato più volte in carriera, alle spalle di Udinese e Inter. Gyomber e Mazzocchi sono giocatori caratteriali: giocano sui nervi, la loro qualità migliore è l'impeto e si esaltano nei momenti di difficoltà.
Fanno parte della vecchia guardia e devono portare la squadra lontano dalle pastoie della classifica. Poi c'è Coulibaly, il lottatore di centrocampo. Dopo il colpo subito a Lecce con l'interessamento del setto nasale, ha anticipato il proprio ritorno dal Mali per curarsi a Salerno, fare il calco della mascherina al carbonio e mettersi a disposizione. La società ed i tifosi hanno apprezzato molto il suo grande attaccamento alla causa e senso di responsabilità. L'anno scorso, all'Arechi (pure a Torino) ci mise lo zampino Vilhena, ma ad un certo punto fu Ochoa contro tutti. Il portiere ieri alle 11.30 è atterrato a Napoli: si accettano miracoli.
 

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