Salernitana, vertice a casa Lotito
e Angelucci smentisce l'interesse

Salernitana, vertice a casa Lotito e Angelucci smentisce l'interesse
di Pasquale Tallarino
Martedì 8 Giugno 2021, 13:00
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Tutte le strade portano a Villa San Sebastiano: snodo, quartier generale e pensatoio, oggi la dimora di Claudio Lotito sarà l'epicentro della giornata granata. Angelo Fabiani, direttore sportivo e uomo di fiducia della proprietà capitolina a Salerno, è rientrato a Roma: ieri sera ha atteso il ritorno del co-patron da Milano, reduce dalla rumorosa assemblea dei club di Serie A (era uditore in quota Lazio) e insieme hanno deciso di aggiornarsi alla mattinata di un martedì intenso. Oggi è anche vigilia del Consiglio Federale, ma Lotito è inibito e la multiproprietà non è argomento da trattare, a meno che Gravina decida di fare altre sottolineature sul concetto di «buonsenso» che dovrà accompagnare le operazioni di vendita della Salernitana. C'è invece l'assemblea di Lega B e un altro presidente, Balata, che ha premiato i granata a domicilio pochi giorni dopo l'impresa di Pescara, ha di recente sottolineato: «Non conosco la soluzione, ma credo che sia fantasia spinta pensare che la Salernitana possa restare in B. Dal punto di vista sportivo ha meritato la promozione. Dal punto di vista dei regolamenti, bisognerebbe chiedere a chi le norme le ha fatte 13 anni fa, e non aggiungo altro». 

Stoccate, precisazioni, una clessidra sulla scrivania. La Salernitana è stretta nella morsa del tempo, non solo nella tenaglia del Palazzo. Con la Federcalcio ha provato, prova e proverà ancora a dialogare, chiedendo margine, giorni di ricerca, a tutela del bene e della città. La risposta, però, è stata precisa, netta, inequivocabile: c'è una data ed è stata già fissata, il 25 giugno è l'ultimo giorno utile per presentare un assetto slegato da vincoli di parentela con Lotito. Poi l'ultimo miglio dovrà percorrerlo la nuova proprietà, provvedendo entro il 28 giugno alla formalizzazione dell'iscrizione al campionato di Serie A. Niente tempi supplementari, vendita diretta come principale opzione caldeggiata dalla Federcalcio. Lotito sonda, si affida con Mezzaroma a legali, avvocati, notai e banca d'affari per la verifica della solidità e solvibilità del potenziale acquirente.

Non è la potente famiglia Angelucci, interessi nel mondo della sanità e dell'editoria. Con una stringata nota si è sfilata dal toto-Salernitana: «La Famiglia Angelucci, in merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa circa l'interesse a rilevare quote azionarie della Salernitana, smentisce e precisa altresì che la notizia è destituita di ogni fondamento».

La nota è stata diffusa dall'ufficio stampa della Tosinvest, la holding con ramificazioni in Lussemburgo e in passato con partecipazioni anche in Alitalia. A Palazzo di Città, a margine della cerimonia di premiazione organizzata dal Comune, il co-patron Marco Mezzaroma commentò: «In un mese si fa fatica anche a comprare un'automobile». In un mese, nel frattempo, si dovrà provvedere a costruire la squadra e quindi sarà determinante per Fabiani, il dirigente legato all'attuale proprietà, ascoltare Lotito e Mezzaroma, definire gli scenari, comprenderne i risvolti. Fabiani, come gli altri rappresentanti del management granata, ha il contratto in scadenza a fine mese. Non è, però, un problema di fiducia, anzi Mezzaroma lo ha definito «persona di famiglia». Piuttosto è un problema di operatività, quindi di investitura. 

La Federcalcio ha un solo obiettivo: porre fine alla perdurante situazione di controllo diretto o indiretto di due squadre professionistiche, a beneficio della stessa persona o di terzi lei riconducibili, attraverso vincoli di parentela. L'obiettivo sarebbe centrato, se Mezzaroma restasse dentro la Salernitana, a patto che avvenga con una posizione minoritaria, ad esempio del 20%, com'è stato ipotizzato a più riprese nelle ultime ore. Tutto ruota intorno al concetto di controllo e influenza dominante sulle volontà societarie. Legali al lavoro, senza tregua: la strada più battuta, considerata risolutiva dal club (ma la Federcalcio nicchia) è far confluire pro tempore la Salernitana o la maggioranza delle sue quote azionarie nel trust. Tutto a tempo, perché tutto vincolato alla cessione ad un fondo straniero. Attraverso ulteriori passaggi, infine, il proprietario si spossesserebbe del bene, fino a farlo confluire in una struttura giuridica distinta ed amministrata da un terzo il trustee autonomo al punto da poter essere indicato (la Salernitana non si opporrebbe) dalla Federcalcio, a riprova della mancata riconducibilità a Lotito e alle sue aziende.

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