Avellino, le gerarchie cambiano:
Trotta subito diventa il leader

Avellino, le gerarchie cambiano: Trotta subito diventa il leader
di Marco Festa
Martedì 20 Settembre 2022, 08:24
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Una boccata d'ossigeno mentre era con l'acqua alla gola: la vittoria sul Messina ha regalato all'Avellino la spinta per riemergere dalle difficoltà in cui stava annaspando, evitandogli di sprofondare definitivamente nei bassifondi della classifica. La prima vittoria stagionale, firmata dai gol di Dall'Oglio e Russo, intervallati dal momentaneo pari di Catania, è arrivata al Partenio-Lombardi, alla quarta giornata di campionato, dopo aver raccolto un solo punto in tre partite. Un ruolino di marcia che ha immediatamente messo a rischio la stabilità della panchina di Taurino. Bravo, l'allenatore, a correggere il tiro senza percorrere la strada del fondamentalismo tattico che si sarebbe potuta rivelare un senso unico in direzione esonero. D'altronde, come si suole dire, solo gli stupidi non cambiano mai idea: Taurino, stupido, di certo non lo è. Anche grazie al confronto col suo staff, che lo affianca in maniera apprezzabilissima nel corso degli allenamenti settimanali, dimostrando un grande affiatamento e una partecipazione a ogni singola seduta. La guida tecnica ha capito che era il momento di sterzare per rimettersi in carreggiata: dal 3-4-3 al 4-3-3.

L'Avellino ha tirato in porta in un solo tempo più che nelle prime tre uscite stagionali. Merito non solo del cambio di modulo, ma pure del coraggio di gettare nella mischia interpreti finora rimasti ai margini. Non solo per il tentativo disperato di rianimare i lupi e per ragioni di turnover. Trotta, ancora non al top della condizione, ha dimostrato cosa vuole dire leadership svolgendo un doppio ruolo: quello del compagno che alleggerisce il carico delle responsabilità per il carisma che esprime la storia che ha scritto; quello del calciatore amato al punto di riuscire ad accendere l'entusiasmo a prescindere, semplicemente con la sua presenza. I tifosi ripongono in lui piena fiducia, come testimoniato dalla standing ovation al momento della sua uscita dal campo. E oltre gli aspetti psicologici, Trotta la differenza l'ha comunque già fatta nel concreto, col tiro cross che Daga ha respinto centralmente propiziando il gol decisivo di Russo e l'urlo liberatorio collettivo.

Russo e Ceccarelli hanno ripagato la fiducia dimostrandosi decisamente più in forma e sul pezzo di Kanoute e Di Gaudio.

Entrambi hanno posto le basi per una sana competizione che potrà ora essere legittima: o si dà il massimo o c'è il rischio di finire in panchina. Bene anche la mediana a 3 in cui Franco deve ancora dimostrare il suo vero valore oltre che di reggere la pressione di una piazza che mette sulle spalle un peso differente rispetto a quello che finora aveva sopportato in carriera. Poco male: Matera e Garetto sono entrati col piglio giusto lanciando il messaggio di essere pronti se dovessero protrarsi le difficoltà dell'ex Turris. Premesso ciò, Franco la qualità ce l'ha: è stato comunque autore di un grande assist per Russo, che ha tirato tra i piedi di Daga. Casarini e Dall'Oglio, poi, sono un usato più che sicuro: garantiscono esperienza e affidabilità come auto che di chilometri ne hanno fatti tanti ma hanno ancora autonomia. Freschi di tagliando. Procedendo a ritroso, la linea a quattro davanti a Marcone ha retto bene anche se davanti non aveva un attacco atomico: mai impegnato il portiere, incolpevole sul gol da antologia di Catania, favorito più da un mancato filtro della mediana che da un errore nel pacchetto arretrato, nonostante Ricciardi abbia lasciato troppa libertà al marcatore dei siciliani. Auriletto terzino sinistro, bloccato, ha dimostrato di poter essere una risorsa per dare più di una semplice alternativa a Tito e Zanandrea nel momento in cui il sistema di gioco dovesse essere confermato in pianta stabile. Moretti e Aya hanno fatto la propria al centro, in quella linea a 4 in cui a essere penalizzato, per caratteristiche, adesso può essere Illanes. Prima di tutto, però, viene la squadra. Quella squadra che ha trovato una prima quadratura del cerchio e che deve continuare lungo il solco tracciato. E sì perché una rondine non fa primavera e sabato prossimo (ore 20,30) c'è una sfida durissima da affrontare: in trasferta, a Latina, contro l'undici pontini allenato da Daniele Di Donato: un allenatore di cui si dice un gran bene.
 

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