Avellino, un tracollo senza attenuanti con la Viterbese

Servono correttivi tattici ma la stagione appare compromessa

La delusione a fine gara
La delusione a fine gara
di Marco Ingino
Lunedì 20 Febbraio 2023, 09:04 - Ultimo agg. 19:27
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A carnevale ogni scherzo vale ma quello giocato dall'Avellino ai suoi tifosi, in quella che era stata presentata come la gara della svolta, è stato davvero di pessimo gusto. In poco più di un quarto d'ora, 17 i minuti esatti, la giornata negativa dei biancoverdi è subito apparsa evidente agli occhi degli increduli e temerari sostenitori presenti sugli spalti del Partenio Lombardi che si sono ritrovati a registrare un inaspettato, ma meritato, doppio svantaggio.

Quello che fino a ieri era stato il fortino dei lupi (24 punti raccolti su 36), violato soltanto dal Giugliano, è stato praticamente preso d'assalto e conquistato con un avvio alla garibaldina della rivitalizzata Viterbese di Lopez.

I laziali, a dimostrazione che contro il Monopoli e Catanzaro non avevano vinto per caso, hanno letteralmente colpito a sorpresa la squadra di Rastelli mandando in frantumi il suo fragile sistema difensivo. Al di là dell'approccio dei lupi, molle e per nulla rabbioso come aveva chiesto l'allenatore di Pompei alla vigilia, Marotta e compagni sono stati bravi nell'affondare dal primo minuto il coltello nei punti deboli dell'Avellino.

Un compito, per la verità, facilitato pure dall'autolesionismo di Pane che ha trovato in Auriletto un complice con un minimo di concorso di colpa nel vantaggio siglato dopo cinque minuti dall'ex Juve Stabia. Il barbuto ed esperto attaccante, scattato sul filo del fuorigioco, ha goduto di una incredibile libertà da parte dell'ex Pro Vercelli preferito in partenza a Benedetti. Libertà che gli ha permesso di calciare in maniera potente ma anche di indovinare il buco tra i guantoni di un portiere stranamente impreparato. Un colpo basso accusato più del lecito da una squadra che ha reagito allo stesso modo di un pugile stordito e alle corde.

Troppo facile a quel punto approfittarne per gli esperti Mungo e Marotta che hanno esaltato il loro istinto da killer affondando nel giro di dieci minuti il colpo del ko arrivato su calcio di rigore: nella triangolazione in area elaborata in un fazzoletto, chiusa dal fallo di Moretti su Mungo, si sono evidenziati per l'ennesima volta i limiti di una retroguardia fin troppo statica. Un doppio schiaffo che ha fatto perdere sorriso, ottimismo e fiducia ad un Avellino che, esattamente come avvenuto a Cerignola, ha sofferto più del dovuto le frizzanti giocate degli esterni avversari, ma anche il solito 3-5-2 che ha spesso fatto saltare l'albero di Natale disegnato da Massimo Rastelli. Come se non bastasse, soprattutto nel primo tempo, l'evanescenza di alcuni interpreti come Trotta, Maisto, D'Angelo, Rizzo e Auriletto ha finito per far traballare ancora di più l'assetto disegnato dal tecnico di Pompei. Quanto basta per trasformare, con tre giorni d'anticipo, l'ultima domenica di carnevale in una giornata di cupa quaresima in cui lo stesso Michele Marconi si è ritrovato a vestire i panni del pesce fuor d'acqua che in passato erano stati di Gambale e Murano. Insomma, un Avellino troppo brutto per essere vero e diametralmente opposto a quello ammirato contro Pescara e Crotone.

Una squadra che nella ripresa Rastelli ha provato a rivitalizzare prima con l'inserimento di Kanoute al posto di Trotta, sicuramente più dinamico ma sempre fumoso, e poi con quelli di Di Gaudio, Gambale, Matera e Ricciardi. Cambi che hanno permesso alla squadra di alzare il baricentro e portare finalmente qualche pericolo alla porta di un Bisogno rimasto comunque quasi sempre inoperoso. Al resto ci ha pensato la dea bendata che ha voltato direttamente le spalle ai lupi sulla traversa timbrata da Moretti e qualche episodio dubbio in area che poteva cambiare l'inerzia della partita. Episodio a favore che non è purtroppo arrivato permettendo alla Viterbese di raccogliere il suo terzo successo consecutivo. Dove arrivano i meriti della squadra ospite e i demeriti dei biancoverdi è difficile capirlo anche perché, mai come ieri, tra i ragazzi di Rastelli non c'è stato nemmeno un singolo capace di trovare la giocata vincente che poteva accendere la fiammella della speranza. Insomma, una involuzione in negativo incredibile che pone dei dubbi sul futuro per capire se la sconfitta di ieri è stata solo frutto di una giornata storta o, anche sotto l'aspetto tattico, è arrivato il momento di modificare qualcosa.
 

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