Parafrasando Orwell, tutte le vittorie sono uguali ma le vittorie contro Gasperini sono più vittorie delle altre. E questo non solo e non tanto perché vincere ieri contro l'Atalanta a Bergamo significava fuga in campionato quanto perché se di fuga bisognava parlare allora trattavasi di fuga dal gossip, dai retroscena, dalle castronerie complottistiche iniziate a circolare alla vigilia della partita mettendo in correlazione, come se mai ciò potesse essere logicamente e realisticamente possibile, i furti delle auto della moglie di Kim e di Kvaratskheila con la lombalgia di quest'ultimo e l'eventualità che il Napoli perdesse a Bergamo la propria imbattibilità. Da tutto questo, oltre che dalle inseguitrici dirette in campionato, è fuggito ieri via il Napoli guidato da Osimhen che prima ha provocato il rigore che ha illuso in panchina Gasperini e poi è andato a pareggiarla, mettendo subito dopo Elmas davanti alla porta per la rimonta.
Un gol, quello del raddoppio azzurro, che certifica non solo lo stato di grazia del nigeriano ma anche le capacità divinatorie ormai fuori discussione di Spalletti.