Il nuovo Napoli in 5 mosse: come Garcia cambia pelle alla squadra

Possesso palla ridotto e maggiori verticalizzazioni

Rudi Garcia
Rudi Garcia
di Eugenio Marotta
Lunedì 21 Agosto 2023, 09:29 - Ultimo agg. 22 Agosto, 09:31
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Le metamorfosi. Non è ancora la squadra camaleontica che ha in mente Garcia, ma una primissima infarinatura si è già vista a Frosinone. Sia ben chiaro, parliamo dell'esordio in campionato, dei primi 90' della stagione e di una squadra in evidente - e legittimo - rodaggio rispetto alla lunga maratona che dovrà affrontare il Napoli impegnato in tre competizioni, quattro volendo considerare anche la supercoppa di Lega a gennaio. Ma l'impronta c'è e le idee pure. Numeri alla mano un pokerissimo di variazioni sul tema che si è intravisto allo «Stirpe» contro i ciociari. Per le varianti di modulo, invece, bisognerà attendere qualche settimana e sopratutto la chiusura del mercato.

Il nuovo Napoli ha evidenziato delle differenze di base rispetto alla squadra di Spalletti. Senza voler andare a riaprire l'album dei ricordi (che deve rimanere tale) salta comunque agli occhi come lo stesso modulo di partenza abbia avuto delle interpretazioni tattiche ben diverse. Il 4-3-3 di Garcia è apparso più di posizione rispetto al passato. Complici probabilmente anche alcune assenze in tutti i reparti del campo la squadra ha preferito tenere meno il possesso palla. Non solo. Inevitabilmente si è cercata subito la verticalizzazione, spesso provando a saltare il centrocampo per innescare la potenza di Osimhen. Lobotka difficilmente veniva chiamato in causa dai portatori di palla azzurri che preferivano cercare la profondità per il nigeriano, piuttosto che «appoggiarsi» sul play slovacco, francobollato com'era da Mazzitelli (e non solo).

Rrahmani ha provato a dettare i tempi con grande generosità, ha avviato anche l'azione del pareggio, ma il piede non è certo quello di Kim.

Rimanendo al pacchetto arretrato, la difesa degli azzurri tendeva a stringersi molto, lasciando (volutamente?) campo sulle fasce agli esterni offensivi frusinati. Quasi come se Di Lorenzo e, sopratutto Olivera, volessero dare più sostegno ai due centrali per offrire maggiore copertura in area a Meret. In mezzo, invece, Lobotka non ha avuto la solita libertà di manovra e di azione. Le cose sono cambiate con l'innesto di Anguissa e si è rivisto il centrocampo di spessore, esperienza e centimetri che ha fatto faville l'anno scorso. Ma in ogni caso, il camerunense è andato spesso a dare man forte al play slovacco, lasciando intendere l'intenzione da parte di Garcia - in un futuro neanche troppo lontano - di un cambio di spartito tattico sopratutto nella zona nevralgica.

Zielinski, dopo il diktat dell'allenatore che gli chiedeva maggiore copertura in fase di non possesso, ha mostrato verve e smalto dei tempi migliori svolgendo al meglio la doppia fase. Non solo. Gli inserimenti del polacco hanno messo sovente in difficoltà i padroni di casa e da una sua conclusione è nata la rete del pareggio di Politano. Proprio dagli esterni offensivi si sono viste le maggiori novità apportate da Garcia.

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Le ali azzurre tagliano, sprintano, si accentrano e concludono spesso in porta per vie centrali. Non è un caso che Politano abbia piegato i guantoni di Turati con una conclusione proprio dal centro del limite dell'area. Copia-incolla - o quasi - per Raspadori che si è visto strozzare in gola l'urlo del gol (sempre dal centro dell'area) per via dell'intervento del Var. Non è finita. I due esterni, sopratutto Politano a destra, hanno favorito anche gli inserimenti dei cursori. Se poi hai in formazione un turbo diesel come Giovanni Di Lorenzo che quando decide di mettere la quinta diventa devastante il quadro è completo. Per il momento, in cinque mosse, il Napoli di Garcia ha dato scacco al Frosinone e mandato un messaggio al campionato. Il cambio di modulo - dall'inizio o a partita in corso - sarà un altro step della crescita degli azzurri, affidati al tecnico francese.

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