Juventus-Napoli, sfida al Covid:
l'Asl di Torino dà il via libera

Juventus-Napoli, sfida al Covid: l'Asl di Torino dà il via libera
di Pino Taormina
Mercoledì 7 Aprile 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18:49
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L'imbarazzo in Federcalcio cresce al crescere del numero dei contagiati. È un focolaio da record, un disastro che ora minaccia proprio il campionato di serie A. Una beffa ma non può essere solo quella perché qualcosa è andato storto all'interno della Nazionale e la Figc dovrà dare spiegazioni ai club. Sono, per adesso, sette i calciatori del gruppo Italia positivi al Coronavirus di ritorno dalle spedizioni in Bulgaria e Lituania (Bonucci e Bernardeschi della Juve, Grifo del Friburgo, Verratti e Florenzi del Psg, Cragno del Cagliari e Sirigu del Torino). Da ieri l'elenco si allunga anche con il nome di Bernardeschi in isolamento, asintomatico, ma costretto a fermarsi e a saltare (come Bonucci) la sfida di questa sera al Napoli. Giusto per cominciare. Ma non solo calciatori: perché almeno otto sono i componenti dello staff tecnico di Mancini positivi al Covid, e ci sono pure diversi componenti dello staff federale che sono risultati positivi al tampone e dunque in isolamento. Insomma, siamo attorno a una ventina di contagi accertati. Tutti negativi i tamponi del Napoli. Ma è un cluster da record che ovviamente costringe i responsabili della Figc a porsi degli interrogativi su cosa non ha funzionato e che obbliga, in queste ore, tutti i club a stare sui carboni ardenti. E così pure questo mercoledì teoricamente da leoni, con lo spareggio Champions tra Juventus-Napoli e l'Inter che può volare a +11 sul Milan secondo in classifica, vive di angoscia, paura e ansia. Il Sassuolo, per esempio, che affronta i nerazzurri lo fa ancora senza Ferrari, Locatelli, Berardi e Caputo perché la società ha deciso di tenerli da parte fino a quando non finiranno i 10 giorni di potenziale rischio di contagio. Nessuno può costringere il Sassuolo a schierarli. Così come nessuno può dire al Napoli di non mettere in campo Insigne, Di Lorenzo e Meret (che infatti stasera saranno titolari) perché regole in questo senso non ce ne sono. Il che aiuta a rendere tutto ancora più sconclusionato. Ammesso ce ne fosse bisogno.

La partita è quasi una parentesi rosa, c'è poco da fare. Una liberazione, tra mille pensieri. Non sempre dolci. E anche questa volta, come il 4 ottobre, sembra un miraggio. Perché la Juventus, dopo la seconda positività in pochi giorni comunicata alla Asl Torino Centro, è rimasta in attesa di disposizioni. Non proprio in un limbo, perché la situazione è apparsa chiara. Ma era la stessa Asl che ha fermato il Torino poche settimane fa, per intenderci, a dover dare eventuali altolà. Ma nel pomeriggio, Carlo Picco, il direttore generale, ha smorzato i dubbi: «Le due situazioni sono differenti, la gara potrà essere giocata», ha detto.

La bolla Juventus, in pratica, non sarebbe stata scalfita visto che i contagi arrivavano dalla Nazionale azzurra. La gara che doveva giocarsi il 4 ottobre e che finalmente va in scena tra poche ore. Gattuso si guarda attorno perplesso quando sale sul bus che lo porta a Capodichino. Sono da poco passate le 17 e la squadra è stata appena informata dell'esito dei tamponi: sono tutti negativi. Con la mente, però, Rino torna all'incredibile vigilia di quel Juventus-Napoli quando lui aveva già in mente le contromosse per fronteggiare la squadra del suo amico Pirlo pur senza Zielinski, Insigne ed Elmas. Poi arrivò l'ordine di scendere dal bus e il divieto di partire per Torino. E questa vigilia è assai simile a quella, per le preoccupazioni extracalcio. Ma anche a tante altre. Perché da allora di momenti cupi legati alla pandemia la squadra ne ha vissuti. Come quando Koulibaly risultò positivo a poche ore dalla partenza per Genova. Con il Napoli costretto ai tamponi nel cuore della notte. 

Il Napoli ha affrontato la serie di tamponi attorno alle 8 quando gli infermieri hanno fatto i prelievi. Non solo i tre che hanno preso parte alla spedizione della Nazionale, ma anche tutti gli altri. Come da protocollo. Per Insigne, Di Lorenzo, Meret e anche Zielinski (nella Polonia sono stati cinque i contagiati) misure straordinarie all'interno degli spazi al chiuso di Castel Volturno. Il protocollo del dottor Canonico è severissimo, forse con norme persino più rigide di quello federale (venerdì ha fatto fare il tampone a Insigne su un autogrill a Caserta all'alba per consentirgli di allenarsi il pomeriggio). Una bolla che prevede ogni situazione e che fronteggia tutti i potenziali pericoli. Tant'è che anche in aereo al gruppo squadra è vietato togliere la mascherina. Come nel volo di ieri. Le maggiori preoccupazioni, viste le positività degli altri due portieri Cragno e Sirigu, riguardavano Meret. Tutti negativi. Motivo per cui, oggi ci sarà una tregua per i test, come da protocollo. Si penserà solo alla partita di calcio, la pandemia resterà fuori allo stadio. Chiuso ai tifosi. Ma magari aperto a un bel po' di emozioni. 

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