Kvaratskhelia re di Napoli:
così Khvicha ha stregato la città

Kvaratskhelia re di Napoli: così Khvicha ha stregato la città
di Bruno Majorano
Sabato 15 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 08:06
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In un'ipotetica classifica delle cose più difficili da fare negli ultimi due mesi sul podio ci sono queste. Imparare a scrivere e pronunciare il nome di Khvicha Kvaratskhelia, riuscire a marcarlo. Il georgiano è atterrato sul pianeta Napoli e nell'ecosistema serie A come un meteorite che impatta senza un briciolo di controllo. È successo tutto molto in fretta, alla velocità della luce. Si è presentato in ritiro in sordina, poi alla prima partita di campionato, ha fatto registrare il picco di calore in un torrido Ferragosto. Come? Facile: con un gol. Il meglio del meglio per poter entrare nel cuore dei napoletani senza nemmeno aver bisogno di bussare. Lo ha fatto con prepotenza. Uno, due, tre, via. Con la stessa velocità che ci mette quando punta un avversario e lo salta lasciandolo con un palmo di naso. Niente da fare. Non lo prende nessuno. E i tifosi azzurri già pendono dalle sue labbra, anzi dalle sue gambe che sono forti e robuste. Che non solo servono a reggere il resto di un fisico che diversamente sarebbe gracilino, ma soprattutto tengono in piedi l'intero attacco di Spalletti. Senza Osimhen si è caricato la squadra sulle spalle e l'ha traghettata serenamente al primo posto in serie A e agli ottavi di Champions con due turni di anticipo. Roba mai vista da queste parti. Roba da fantascienza. «Se è un sogno non svegliatemi», si sarà detto più di un tifoso dopo l'ennesima giocata «stropicciaocchi» del georgiano. E allora non è stato difficile dare il via alla «Kvaramania».

Lo sanno bene i ragazzi di «SanMeme che per gioco si sono inventati un vero e proprio santino con l'immagine di Kvara che esulta dopo il gol di Verona. Maglia bianca, mani sotto la guancia facendo finta di dormire e poi la frase che domina l'immaginetta «Ovunque proteggimi». «È nato tutto dal nulla», specifica Enzo Musolino, che è uno dei fondatori del team San Meme. «Sono un tifoso azzurro e al fantacalcio ho preso Kvara. Prima di Napoli-Spezia avevo chiesto alla mia amica e grafica Marilena un santino con la sua immagine per portarmi fortuna. Detto, fatto. Ho scattato la foto allo stadio e l'ho postata su Instagram con la frase: Grazie per averci protetto». A quel punto è iniziato il tam tam mediatico e sono arrivate le richieste più disparate. «All'inizio non era un business, ma poi abbiamo capito che si doveva fare qualcosa». Della stessa serie ci sono anche i santini di tantissimi altri azzurri come Mario Rui, Anguissa e una special edition per il passato con Dries Mertens. «Ma il più venduto è Kvara». 

Ma non è tutto. Nelle vetrine di Napolimania è spuntata una versione inedita dell'attaccante georgiano. Basco di ordinanza e faccia fiera, così è nata l'immagine di «Che Kvara». «Sono un ex calciatore e sono una persona estrosa. Ho detto subito a mio figlio che Kvara era giocatore. Perché mi fa divertire. Diventa la speranza del popolo napoletano, perché fa sempre qualcosa». Spiega Enrico Durazzo. «E così, visto che il nome era difficile ho pensato che dovevo inventare qualcosa.

Una sera ero a casa e ho visto l'immagine di Che Guevara che avevo già utilizzato in passato per alcuni nostri prodotti. A quel punto l'idea mi è piaciuta. Tanti anni fa feci la maglietta di Che Guevara con il basco azzurro e «N» di Napoli. La scritta era: hasta la vittoria sempre, ma anche un pareggio va bene». Ora, però è arrivato il momento di Kvaradona, Kvaravaggio e chi più ne ha più ne metta. Perché una cosa è certa: a Napoli è scoppiata la Kvaramania e tutti hanno anche imparato il suo nome. 

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