Leicester tra trionfi e drammi:
la Premier con Ranieri è già storia

Leicester tra trionfi e drammi: la Premier con Ranieri è già storia
di Angelo Rossi
Mercoledì 15 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 20:10
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Dici Leicester e non puoi non pensare al miracolo sportivo di cinque anni fa. Forse qualcosa di irripetibile, di sicuro qualcosa di eccezionale. Parliamo del primo e unico titolo vinto dalle foxes (le volpi) in quasi 140 anni di storia, visto che la squadra venne fondata nel 1884 da un manipolo di studenti iscritti alla Wyggeston school. Un secolo e più tra alti e bassi, con qualche apparizione nelle finali delle varie coppe nazionali, il capolavoro resta ovviamente il titolo in Premier, con Claudio Ranieri (ex allenatore del Napoli per un anno e mezzo trent'anni fa) in panchina. Un trionfo inatteso, contro ogni pronostico, caratterizzato dallo splendido avvio di stagione, proseguito poi con le vittorie nei maggiori scontri diretti. Il collettivo fu alla base della vittoria ma le foxes divennero campioni d'Inghilterra grazie al contributo di due giocatori straordinari: il centravanti Jamie Vardy e il centrocampista offensivo Riyhad Mahrez, due fenomeni, due trascinatori, due leader. 

Un ciclo fantastico, un cerchio destinato a chiudersi e non soltanto per motivi anagrafici. Da quella favola alla squadra di oggi sono cambiate tante cose: i tecnici, i calciatori ma soprattutto lo spirito e la voglia di vincere. Inevitabile sindrome di appagamento, hanno scritto e continuano a scrivere i media britannici, ma c'è anche dell'altro. Più o meno mantenendo inalterata l'ossatura della squadra, il Leicester nella stagione successiva al trionfo ottenne una misera salvezza, salvando l'onore dopo aver raggiunto i quarti di Champions ma dovendo rinunciare a Ranieri, esonerato a causa di una lunga striscia negativa di risultati. A parte gli avvicendamenti in panchina (si sono susseguiti nelle ultime quattro stagioni Shakespeare, Puel e Rodgers) il crollo delle più recenti annate è figlio della tragedia registratasi il 27 ottobre 2018, appena dopo la fine della partita pareggiata in casa contro il West Ham: l'elicottero del presidente Vichai Srivaddhanaprabha si schiantò al suolo nel piazzale del King Power Stadium.

La morte del boss mise fine al periodo d'oro, per quanto il club si sia sforzato fino a oggi nel seguire i metodi di gestione dell'imprenditore thailandese, il quinto uomo più ricco del suo paese. Declino economico che ha causato l'impoverimento tecnico della squadra nelle ultime due stagioni. 

Di quel gruppo incredibile sono rimasti l'inossidabile Vardy, il centravanti infallibile in contropiede e litigioso in campo con gli avversari, il pericolo numero uno per la difesa azzurra. Poi il portiere Schmaichel, i centrocampisti Amartey, Albrighton e basta, gli altri eroi di cinque anni fa sono rimasti nel cuore della gente e sui murales della città situata 150 chilometri a nord di Londra, compreso Inler, vecchia conoscenza della tifoseria napoletana. Il quinto posto è stato il miglior piazzamento nel post-Ranieri, questa stagione però si è aperta alla grande, così come si era conclusa l'ultima: trionfo nella Fa Cup a giugno contro il Chelsea e nella Community Shield ad agosto contro il City di Guardiola. 

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