Mazzarri, Benitez e Sarri:
separati in casa e vincenti

Mazzarri, Benitez e Sarri: separati in casa e vincenti
di Francesco De Luca
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:00
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Si può chiudere una stagione da separati in casa con risultati importanti e perfino la conquista di una coppa. A Napoli è accaduto tre volte, con il futuro dell'allenatore già deciso: addio a fine campionato. Mazzarri, Benitez e Sarri hanno avuto lo stesso probabile destino di Gattuso, che aveva raggiunto a fine ottobre l'intesa con De Laurentiis per il prolungamento del contratto fino al 2023: quel documento, però, non lo ha mai firmato. Lo strappo di domenica sera, con parole dure rivolte anche al suo presidente, è l'espressione di un malessere forte, difficilmente conciliabile con la permanenza a Napoli oltre la fine di questa stagione che Rino vuole chiudere con la qualificazione Champions, come promesso nel ritiro nel ritiro estivo a Castel di Sangro.

Lasciò il Napoli nel 2013, dopo aver centrato per la seconda volta in tre stagioni l'accesso alla Champions. Due anni prima Walter aveva già rischiato di chiudere il rapporto col club azzurro: indispettito da una trattativa sotto traccia con la Juve, De Laurentiis incontrò Gasperini e poi arrivò a minacciare il licenziamento del suo allenatore per giusta causa. Un colloquio negli uffici di via XXIV Maggio a Roma sistemò la questione fino al 2013, quando Mazzarri decise di non prolungare il contratto accettando l'offerta dell'Inter. Nell'autobiografia Il meglio deve ancora venire, scritta con il giornalista Alessandro Alciato, Walter rivelò che De Laurentiis gli offrì il rinnovo negli spogliatoi del San Paolo prima dell'ultima partita in casa contro il Siena, però lui respinse la proposta alla fine di una stagione in cui la squadra non risentì del rapporto tra presidente e allenatore arrivando al secondo posto con i 29 gol di Cavani, capocannoniere del campionato.

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Mazzarri venne sostituito dal re di Coppe Benitez, fresco vincitore dell'Europa League. Alla fine della prima stagione, dopo la vittoria della Coppa Italia nella drammatica finale preceduta dall'agguato a Ciro Esposito, Rafa si sarebbe aspettato ulteriori investimenti per la squadra e la struttura societaria ma non arrivarono, o non furono quelli da lui attesi.

Avrebbe voluto Mascherano, stella del Barça e suo pupillo a Liverpool, ma venne giudicato da De Laurentiis non adatto al Napoli per età e stipendio. Il madrileno vinse con gli azzurri a fine dicembre la Supercoppa e quattro mesi dopo, alla vigilia della partita di Europa League a Wolfsburg, disse: «Sto ancora aspettando il business plan». Non aveva gradito la decisione di De Laurentiis di spedire la squadra in ritiro dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia contro la Lazio perché voleva difendere il suo stile nel rapporto con i giocatori. Rafa chiuse col Napoli dopo i due anni previsti nel contratto spiegando che voleva restare vicino alla famiglia, in realtà non tornò in Inghilterra ma si diresse a Madrid per allenare il Real fino a gennaio, prima del rientro in Premier League.

Non ha vinto una coppa ma è stato l'allenatore che è andato più vicino allo scudetto nella gestione De Laurentiis, con il record dei 91 punti. La scelta di Sarri, dopo il biennio Benitez, sorprese fortemente perché aveva allenato ad Empoli ma si rivelò vincente e non solo per la qualità del gioco perché calciatori da lui valorizzati - Higuain e Jorginho su tutti - sarebbero stati venduti a peso d'oro da De Laurentiis. Per realizzare il sogno di allenare il Napoli, la squadra del cuore, Sarri firmò un contratto con un ingaggio basso e varie clausole. L'impegno fu rivisto dopo il primo straordinario campionato (qualificazione Champions e il Pipita capocannoniere con 36 gol). A metà della penultima stagione Maurizio fu chiaro: «Voglio arricchirmi con il prossimo contratto». Un anno dopo vennero organizzati due incontri tra lui e De Laurentiis per valutare se e come proseguire nel rapporto, però mentre la squadra si avvicinava sempre più alla Juve - salì a -1 dopo la vittoria a Torino - allenatore e presidente non trovarono l'intesa. Sarri ringraziò il pubblico con un applauso dopo l'ultima partita di campionato a Fuorigrotta: pochi giorni dopo De Laurentiis prese Ancelotti e l'artista della Grande bellezza si trasferì al Chelsea. 

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