Meret e Napoli, partita doppia:
col Toro per Spalletti e per il futuro

Meret e Napoli, partita doppia: col Toro per Spalletti e per il futuro
di Pino Taormina
Giovedì 14 Ottobre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 15 Ottobre, 12:17
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L'occasione. E farà bene a non farsela sfuggire. Non è un esame, perché uno che ha giocato a Napoli 81 partite non può ogni volta sentirsi come sottoposto a un giudizio, non può ogni volta essere aggrappato a un voto. Ma contro il Torino un po' diverso lo sarà per Alex Meret. Perché giocherà lui in porta ma probabilmente solo perché Ospina torna domani, nel tardo pomeriggio dalla Colombia, e stavolta verrà fatto riposare in santa pace. Non come prima della gara con la Juventus quando nonostante occhiaie, gambe pesanti, sbadigli fu gettato nella mischia da Spalletti per l'indisponibilità di Alex. No, ora tocca a Meret. O meglio, tocca ancora a lui. Come alla prima giornata di campionato. Un nuovo inizio? Dipende dalla sue prestazioni. Ospina non ha mai deluso in queste cinque gare di serie A da titolare. E Meret deve dare le stesse certezza alla squadra prima in classifica. Non ci sono concessioni all'età, poco importa che il colombiano è in scadenza e il friulano sta discutendo del rinnovo: per Spalletti vale la meritocrazia. In Europa League con lo Spartak ha fatto il suo rientro dopo un mese (quasi) di stop. D'altronde, sarà pure aziendalista per convinzione l'allenatore di Certaldo, ma vuole battere il Torino e portare a otto la striscia positiva di vittorie consecutive. Che, tradotto, significa eguagliare la partenza del Napoli di Sarri che poi chiuse a 91 punti. 

Federico Pastorello ha voluto spiegare la situazione di Meret. Lo ha fatto in maniera apparentemente salomonica. Evitando di scendere nei dettagli, provando a scartare le spine dalle rose. Ma in sostanza ha detto delle cose piuttosto chiare: «La dualità non aiuta», spiega il potente agente. «Ovvio che il rinnovo non dipende solo da questo aspetto, fare il titolare non è importante, serve un progetto sportivo che vada bene ad Alex. Ma c'è un dialogo sereno con il ds Giuntoli, quotidiano: sono ottimista per il nuovo contratto in ogni caso, ma è normale che se rinnovi con il club devi essere contento di farlo anche sotto l'aspetto del progetto, non solo quello economico».

Ai primi di settembre c'è stato un incontro a Castel Volturno proprio per gettare le basi al prolungamento fino al 2026. «Pesa il progetto sportivo: se firmi per 5 anni poi puoi rimanerci per 5 anni, sono valutazioni che vanno fatte in modo attento. Questa dualità non aiuta, oggi il tecnico ha a disposizione due portieri molto forti. Non sta a me dire chi è più forte, ma essendo in una posizione del genere dovremo valutare anche le prospettive che saranno conseguenza di questo rinnovo. Però ripeto: siamo estremamente ottimisti». Ovvio che nessun portiere fa i salti di gioia davanti alla prospettiva di un ballottaggio. Spalletti è il terzo tecnico che ha Meret al Napoli: con Ancelotti, Alex ha giocato tutte le gare della Champions, con Gattuso è scivolato dietro nelle gerarchie. Anche quest'anno è partito in pole, poi lo sfortunato infortunio e Ospina che ha rimescolato le carte. 

La verità è che sia Ospina che Meret sono due garanzie. Alejandro Rosalen Lopez, il preparatore dei portieri, li sta molto adattando alle sue esigenze di gioco che non passa ostinatamente sempre attraverso i loro piedi. Quando venne prese, nel giugno del 2018 De Laurentiis era certo di essersi garantito il migliore della sua generazione. E in effetti, lo è. Dopo Donnarumma, c'è Alex Meret. Di dubbi ce ne sono pochi. Portiere ideale, ragazzo esemplare: vive a Lucrino, a due passi dal lago e a ridosso del Monte Nuovo. Un ambiente isolato che dà lo specchio anche del carattere del giovane numero uno. Ora lo attende il Torino, la sua grande occasione. Che deve vivere senza ansie, senza pensare che c'è il rischio di una staffetta. Ma l'impressione è che se darà le risposte che Spalletti si attende, sarà per Alex un nuovo inizio. Da titolare. 

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