La cosa più bella è quella maglia azzurra con il tricolore sul petto che fa tornare indietro nel tempo, agli anni di Maradona. Nostalgia canaglia. Quello in campo non è neppure un parente alla lontana del Napoli che verrà, perché i big si sono allenati la mattina (provando anche un po' di tattica nelle stanze divenute segrete, per un paio di ore, di Carciato). Ma è stata una piacevole passerella dopo cinque giorni di ritiro (neppure con chissà che allenamenti). L'Anaune Van di Non però non ne esce a brandelli come negli ultimi anni: segna persino un gol e ne subisce appena sei. Quisquiglie. C'è il primo palo della stagione che colpisce da Ambrosino (11’). Ed è proprio il gioiellino destinato assai probabilmente ad andare al Catanzaro (d'altronde, qui anche Raspadori rischia di avere problemi a ritagliarsi spazi...) a mettersi in luce. Ha voglia e fisico. È un 4-3-3 duro e puro ma è solo uno scarabocchio su un foglio perché la tattica non è certo un assillo di questo test match che ha il sapore della tradizione. Degli eroi dello scudetto ci sono solo Mario Rui e Politano, poi qualcuno dei comprimari di lusso (ci perdoneranno Jesus, Demme e Zerbin). Per Garcia, l'impressione, è che cerchi tre risposte: una proprio da Zerbin (il test per lui non è poi così esaltante), un'altra da Zanoli che non è affatto svampito e i cinque mesi al Genoa hanno anche piuttosto consolidato. E il terzo, probabilmente quello più importante, da Demme: perché il regista è osservato speciale e non è così scontato che faccia le valigie. Dall'altra parte i ragazzi dell'Anaune che poiché gioca in Eccellenza è la somma algebrica di gente che si è presa il giorno di ferie dal lavoro per essere qui. Boscaioli, coltivatori di api, meccanici, dipendenti di alberghi: è uno spettacolo di mestieri montani questo primo avversario del Napoli dello scudetto. Ma è De Laurentiis che li vuole così: altro che giri del mondo milionari, meglio lavorare nella quiete delle montagne.
Ovvio, Jesus appare esitante ma un fisico come il suo ha bisogno di settimane.