Il Napoli a Garcia, inizia il futuro: «Continuerò a portare in alto i colori dei campioni»

«Motivato e ambizioso come non mai». Nel primo incontro con De Laurentiis aveva detto subito sì

Rudi Garcia
Rudi Garcia
di Pino Taormina
Giovedì 15 Giugno 2023, 23:04 - Ultimo agg. 16 Giugno, 16:15
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È l’unico che ha detto sì al primo appuntamento. Senza remore, senza riserve, senza prendere tempo, senza spaventarsi per il sogno sbandierato della Champions e per l’eredità che gli lascia Spalletti, senza sparare chissà quali cifre per il suo ingaggio.

E allora alla fine De Laurentiis ha smesso di stare dietro pure agli ultimi capricci di Galtier, alle prese con il braccio di ferro sulla buonuscita col Psg, lo ha abbandonato alle sue esitazioni e dopo aver perso tempo a rimediare i no dei vari Luis Enrique, Nagelsmann, Conte, Thiago Motta e persino Italiano ha virato dritto sul francese che ha fatto bella la Roma per due stagioni e non vede l’ora (almeno lui) di iniziare l’avventura nel Napoli: Rudi Garcia. Sì, la caccia al tesoro di De Laurentiis è finita.

Con la firma il tecnico di Nemours diventa ufficialmente il decimo allenatore della sua era, il secondo straniero dopo lo spagnolo Benitez. La chiesa al centro del villaggio, il suo motto. Tre milioni netti per due anni. Più una opzione per la terza stagione, quella 25/26: questo l’accordo raggiunto ieri pomeriggio alla Filmauro al termine di una giornata in cui De Laurentiis ha lasciato i compiti al suo fido amministratore delegato Chiavelli, che in questi giorni è il vero direttore sportivo del club, mentre il patron ha preferito trascorrere alcune ore con il ministro dell’istruzione Valditara.

Il tweet arriva poco prima delle ore 21, dopo aver liquidato Spalletti con un freddo «ciao mister»: «Ho il piacere di annunciare che, dopo averlo conosciuto e frequentato durante gli ultimi 10 giorni, il signor Rudi Garcia sarà il nuovo allenatore del Napoli. A lui il più sincero benvenuto e un grande in bocca al lupo!».

«Che piacere sposare il progetto del Napoli. Che piacere tornare in Italia. Sono motivato e ambizioso ora come non mai per continuare a portare in alto i colori dei Campioni d’Italia», dice sui suoi social Garcia. Libero, svincolato: la via di fuga perfetta. L’uomo che era stato messo in un angolo e con umiltà aveva accettato il ruolo di riserva. Doveva aspettare che tutte le altre piste sfumassero: ha mandato giù pure l’incontro con Paulo Sousa, Rudi Garcia, e fino a poche ore prima della firma sapeva persino che De Laurentiis aspettava una risposta da Galtier. Ma fa parte del gioco: Garcia si è fatto già dare i numeri di telefono dei senatori del Napoli ed è probabile che già da oggi possa iniziare a contattarli. Ironia della sorte: nel 2016 ha lasciato la panchina dei giallorossi proprio a Spalletti. De Laurentiis è rimasto colpito dalla sua voglia, a 59 anni, di rimettersi in gioco. Oltre dal fatto che parla bene un bel po’ di lingue.

È reduce da alcune annate negative, l’ultima esperienza all’Al Nassr (dopo un anno fermo), la squadra di Cristiano Ronaldo, è finita con il suo esonero e i racconti di un rapporto che non è mai decollato con CR7. Ma è evidente che il suo 4-3-3, la sua semifinale di Champions nell’estate del Covid, la finale di Europa League nel 2018, la sua Roma dei record, hanno lasciato il segno nei ricordi di De Laurentiis. Che, alla sua maniera, in questi giorni avrà continuato a parlare con lui. Tra altri sondaggi e indagini silenziose. Da qui la decisione in fretta e furia, anche perché tutte le altre strade conducevano a un vicolo cieco. Da cui, il patron dei campioni d’Italia, aveva esigenza di uscire.

Per certi versi l’ingaggio di Rudi Garcia ricorda quello di Spalletti: anche lui era reduce da un licenziamento e con la voglia di riscatto dipinta sul volto. Poi, anche l’ingaggio è in linea con la politica del club: era uno degli elementi-chiave che servivano per selezionare il nuovo allenatore. I 10 milioni di Luis Enrique e di Nagelsmann hanno spaventato: meglio Garcia e i suoi 3 milioni netti fanno poco più di 4,2 milioni lordi. Insomma, persino meno di quello che percepiva Spalletti (5,5 milioni lordi). Anche questo ha pesato nella scelta di Garcia, ovvero il poter usufruire dei benefici fiscali del decreto Crescita. Giovedì scorso il primo faccia a faccia e poi nella giornata di ieri gli ultimi contatti per trovare l’accordo e sistemare gli ultimi dettagli. 

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Ora che Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato il nuovo allenatore, il popolo azzurro si pone le domande del secolo. Per quanto tempo andrà d’accordo con il presidente? E saremo competitivi come quest’anno? Insomma, Rudi vale Luciano? L’eredità è pesante. Il suo palmares parla di “quasi” zero tituli, tranne il titolo con il Lille nel 2011. E in Champions, 32 gare in panchina e solo 7 vinte. Una scommessa, di quelle che piacciono a De Laurentiis. Che d’altronde, a parte Ancelotti e Donadoni, non si è mai pentito per la scelta del proprio tecnico. La fiducia è illimitata: Garcia sa cosa lo attende, ovvero la cessione di Kim e quella probabile di Osimhen. Non è spaventato neppure un poco da questa avventura, non ha fatto richieste di calciatori, porterà non più di quattro collaboratori e si terrà come preparatore atletico Francesco Sinatti e come team manager Peppe Santoro. 
 

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