De Laurentiis chiama Spalletti:
Voglio capire se è dentro Partenope

De Laurentiis chiama Spalletti: Voglio capire se è dentro Partenope
di Pino Taormina
Martedì 10 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 11 Maggio, 08:23
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La casetta in Canada di Insigne e quella che non c'è di Spalletti. Aurelio De Laurentiis è a Palazzo San Giacomo ma non gioca a fare l'immobiliarista. È col sindaco Gaetano Manfredi e con l'agente amico di Maradona, Stefano Ceci, per la consegna della riproduzione della statua di Diego che è già nello stadio al primo cittadino e per ricevere una copia (la numero 000) dello stampo del piede sinistro del Pibe de Oro che Ceci consegna al patron azzurro. Nel nome di D10s, ovvio. Ma anche del Napoli che verrà. Spalletti, per esempio. «Anche questa volta ho fatto centro nella scelta dell'allenatore. Uomo serio e allenatore formidabile, cosa potevo pretendere di più?». Già, ma poi è già tempo di ingarbugliare i fili tutto da solo. Perché, parlando dell'opzione di prolungamento unilaterale targata 22-23 che il Napoli deve decidere di far scattare oppure no (c'è tempo fino ad aprile), ecco che il patron fa fare l'apparizione ad alcune nubi. Forse, le prime. «Bisogna capire quanto si è tinto d'azzurro il suo animo. Intanto, non si è ancora scelto una casa dove andare a vivere. Lui deve sentirsi dentro Partenope, deve sentire il bisogno di Napoli. La famiglia è ancora a Milano e queste persone non sono marionette». Tradotto: per quest'anno, si va avanti e basta. Poi, ci sediamo e vediamo: perché De Laurentiis non costringerà nessuno a restare qui senza voglia. Teoricamente, neppure quest'anno. Ma il buon Spalletti, fino ad adesso, non ha mai manifestato mal di pancia, inquietudini, malinconie legate alla famiglia rimasta a Milano (al contrario di Benitez, ricordate?). L'impressione è che la questione non si pone per quest'anno, non sono indizi di alcun tipo. Ma iniziano già le grandi manovre in vista dell'eventuale rinnovo del 2023. Riflessioni, insomma, da fare non ce ne sono. Almeno sotto il punto di vista di De Laurentiis. Spalletti allenerà il Napoli anche la prossima stagione. Se poi Spalletti ha qualcosa che non gli va giù (ma ha già assicurato di no) e che ha tenuto ben nascosto, allora esca allo scoperto.

 

Col sindaco negli ultimi giorni è tornato a parlare del nuovo stadio «e la decisione di come intervenire non può che toccare a lui» e di dove collocare la statua di Maradona donata da Ceci a Manfredi «ma siamo d'accordo, la metteremo a Scampia anche perché Maradona ha sempre mandato un messaggio: chi ha talento può farcela. Che è il messaggio di tutti noi», dice il sindaco. Si parla, poi, con Ceci di tornei itineranti nel nome del Pibe de Oro (con Barcellona, Boca Juniors ma anche Argentinos e Siviglia). Poi fa capire che nella prossima stagione sarà più spesso a Castel Volturno «almeno due volte a settimana» anche se è difficile che possa davvero trasferire gli uffici della Filmauro cosa che annuncia spesso ma non fa mai. Ma spunta pure la casetta in Canada di Insigne.

De Laurentiis scherza sull'ultima gara di Lorenzo nel suo stadio: «Chi ama un giocatore fedele alla maglia azzurra non può che venire domenica a salutarlo. Abbiamo scelto prezzi popolari per la gara col Genoa proprio in suo onore, per avere lo stadio pieno. Poi se non si trova bene lì, qua può tornare. E lo accogliamo sempre a braccia aperte».

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Non fa trapelare nulla su quello che ha in mente per il prossimo mercato che mai come questa estate dipenderà dalle partenze. «Bisogna cambiare assetto e capacità di adattamento agli stravolgimenti del mercato che immagino aperto, perché per la prima volta dopo il Covid ci sarà tanta voglia di fare. Sarà un mercato brillante, dove nascerà un Napoli cazzutissimo e competitivo ai massimi livelli. Noi faremo di necessità virtù e saremo virtuosi». Stop ai parametro zero ultratrentenni e chissà se poi c'è anche un messaggio a Martens. «Non possiamo prendere 35enni: è vero che con gli allenamenti e con la nutrizione si può arrivare a giocare come Ibrahimovic fino a oltre 40 anni ma non è questa la regola. Ma se prendo i giovani non è vero che non voglio vincere...». 

Al di là dei buoni propositi, non si muove nulla. Dopo l'intervento per le Universiadi finanziato dalla Regione, tutto appare immobile. De Laurentiis vuole tecnici napoletani, Manfredi spinge per un pool di architetti internazionali. «Dobbiamo tenere in conto anche le esigenze del quartiere di Fuorigrotta, perché lì mica ci sono solo i tifosi. Lo stadio sta lì e lo rimetteremo a posto. Lo faremo diventare un bellissimo stadio. Ma dobbiamo pensare alla viabilità, ai servizi e trasporti di giorno e notte, alla possibilità di far vivere una struttura sette giorni su sette. Sono tutte cose facile a dirsi, ma in una città e in un quartiere come quello bisogna trovare le opportune volontà. Poi qui non siamo in Inghilterra dove con una legga hanno messo fuori gli hooligans. Qui on una legge cnon riusciamo a mettere fuori la mafia, la camorra». Il sindaco interviene. «Senza dimenticare i vincoli monumentali. Eppure se lo potevano ricordare quando hanno autorizzato a realizzare la mostruosa copertura del terzo anello». 

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