Napoli-Juventus, è un nuovo inizio
tra conti in rosso e vecchi veleni

Napoli-Juventus, è un nuovo inizio tra conti in rosso e vecchi veleni
di Pino Taormina
Sabato 11 Settembre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 16:06
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È un nuovo inizio. E non solo per il Napoli che questa estate non ha fatto praticamente mercato (eppure, il suo saldo è negativo di 10,5 milioni perché è entrato in bilancio il riscatto a 19 milioni di Politano) e aspetta la prossima stagione per tagliare qualche ingaggio super (Mertens e Ghoulam su tutti). Ma anche per la Juventus la musica sta cambiando. Certo, ricomincia da Allegri ma i conti del bilancio parlano chiaro. E non basta il taglio di CR7. E se sul campo Max può facilmente recuperare il terreno dalla testa della classifica, i conti sono talmente in rosso per la Juventus che i vertici societari si preparano a un altro aumento di capitale. Certo, l'addio di Ronaldo ha portato a un risparmio di quasi 60 milioni, più o meno la metà di tutto il monte ingaggi del club azzurro. Ma pure il Covid ci ha messo del suo ed è normale, dunque, essere preoccupati: nell'ultimo anno pre-Covid la Juve ha incassato dal botteghino 66 milioni di euro. E il Napoli tra i 19 e i 22 milioni di euro. Ovvero non proprio spiccioli. Il bilancio 20/21 dei due club chiuderà con perdite importanti: quelle del Napoli solo immaginabili e sicuramente superiori ai 18,97 milioni del conto al 30 giugno 2020 (dopo l'utile di 29,1 milioni del bilancio al 30 giugno 2019 e il rosso di 6,4 milioni nel bilancio al 30 giugno 2018). Quello della Juve, invece, più o meno si sa: è un rosso di oltre 190 milioni di euro. Perché il dato emerge dalla semestrale di Exor la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla il 63,8% del club bianconero , che ha comunicato le informazioni economiche relativi al periodo gennaio-giugno 2021. 

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Dai documenti di Exor si evince che il club bianconero ha chiuso il secondo semestre (il primo per Exor, ma il secondo per la società piemontese dato che il bilancio del club va dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021) con perdite per 77 milioni di euro, alle quali va sommato il rosso di 113,7 milioni dei sei mesi precedenti.

Motivo per cui è già in cantiere un aumento di capitale della Juventus di 400 milioni di euro verrà realizzato entro la fine di quest'anno. I conti della Juventus erano già in rosso e sono stati appesantiti dall'acquisto di CR7, poi è arrivata la mazzata del Covid. De Laurentiis ha provato a tenere sotto controllo soprattutto i costi, non potendo incidere più di tanto sui ricavi (non sono arrivate le cessioni che sarebbero servite ad abbattere il monte ingaggi che resta superiore ai 100 milioni). Un dato che non va mai sottovalutato: la riduzione delle entrate causata dalla pandemia ha portato il rapporto salari/entrate attorno al 75%-80%, il livello più alto in 17 anni di gestione De Laurentiis. Ed è più o meno la stessa cosa per la Juventus. L'apertura parziale degli stadi è solo una piccola boccata d'ossigeno (stasera non ci sarà sold out: ci saranno poco meno di 24mila spettatori). Ovvio che serve di più. I due club dopo aver condiviso il percorso del no ai fondi, hanno preso vie differenti quando si è trattato di portare avanti il discorso della Superlega (Ceferin, numero uno dell'Uefa, ieri è stato spietato: «La Juve ha dirigenti incompetenti che hanno tentano di uccidere il calcio»). La Juventus continua a sostenere, nonostante il no della Uefa e dei club della Eca (neppure De Laurentiis è favorevole alla formula proposta da Real, Barcellona e Juventus anche se da tempo sostiene la necessità di cambiare il format della Champions League aumentando il numero delle big partecipanti). Proprio a inizio settimana De Laurentiis ha parlato di «scudetti scippati» riferendosi ai tanti duelli (persi) con la Juventus al fotofinish. Ma anche le accuse di un anno fa quando la Juve additò il Napoli di non rispettare le regole dopo il divieto della Asl di partire per Torino (il Collegio del Coni diede poi pienamente ragione a de Laurentiis) sono stata un'altra pagina di veleno. 

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