Napoli-Liverpool, rebus Osimhen:
Raspadori pronto a giocare da 9

Napoli-Liverpool, rebus Osimhen: Raspadori pronto a giocare da 9
di Pino Taormina
Martedì 6 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 19:00
4 Minuti di Lettura

Inviato a Castel Volturno 

La Champions ha le orecchie grandi ma non ha né il naso lungo né le gambe corte, nel senso che di bugie ne dice poche. Spalletti lo sa bene e quindi domani sera si ritroverà, al 90’, con un bel po' di risposte su equilibrio, valore e tutto il resto del suo Napoli così temerario all'Olimpico contro la Lazio. Ovvio, è tutta un'altra musica. Non solo perché ritorna quella della Champions. Ma queste sono pure ore di sospiri e di ansia, anche se i muscoli di Victor Osimhen hanno da tempo abituati a qualche apprensione: ieri è stato tenuto a riposo per un fastidio all'adduttore, nessuna lesione, forse solo un affaticamento. Ma non è cosa proprio di poco conto. Forse c'è solo la necessità di badare a prevenire qualche tipo di incidente più grave dietro lo stop di ieri. In ogni caso, difficile che possa saltare la sua presenza contro il Liverpool, nella grande notte dei 50mila tifosi azzurri allo stadio. Ovvio, meglio procedere con cautela: ieri ha svolto solo qualche esercizio a parte, oggi verranno valutate le sue condizioni anche da parte dello staff medico. Ma il tempo per il suo recupero in tempo utile per la gara con il Liverpool c'è. La decisione sarà last-minute. Chi invece non ce la farà è Hirving Lozano: ieri gli accertamenti hanno chiarito che non ci sono complicazioni, ma il trauma cranico c'è stato. E non si scherza. Andrà in panchina, al suo posto, Politano che nelle ultime sue apparizioni è in forma smagliante. Per il resto, il tecnico azzurro le sue scelte le ha già fatte. Sarà 4-3-3 magari con Raspadori in preallarme (non dovesse farcela Osimhen, potrebbe esserci un esordio da falso nove). Anche la squadra, riunita a lungo nella sala-tattica, lo ha capito: Spalletti non ha perso molto tempo, come suo solito, nel fare complimenti per la vittoria con la Lazio. Ha badato subito al sodo: ha piazzato sulla sua lavagnetta il Liverpool, spiegando alcune cose che i Reds fanno alla perfezione. E su tutto, il rubar palla sulla trequarti e colpire. 

Sarà un incasso record ma soprattutto uno spettacolo nello spettacolo: c'è tanta di quella potenziale bellezza nell'aria, tra campo e città, che si rischiano vertigini da sindrome di Stendhal.

C'è una squadra ricca di campioni e un sold out che magari sarà solo sfiorato, perché quei posti nei settori inferiori sono difficilissimi da vendere. Ma l'urlo Champions farà venire i brividi a tutti, visto che manda da due anni e mezzo, da quella notte con il Barcellona che fu poi anche l'ultima notte di festa prima del grande tunnel del lockdown per il Coronavirus. Uno show pirotecnico: 50mila persone, forse anche di più. Nulla di meglio che sfidare i vice campioni in carica, per capire piglio, animo, tenuta e mordente di un gruppo che sembra davvero in grado di regalare grandi emozioni. Tra le sicurezze che non vacillano quelle di Di Lorenzo e Mario Rui che c'erano anche nell'ultima notte ad Anfield. Come c'era Meret in porta. E anche Zielinski, Elmas e Lozano. 

Per un bel po' di azzurri è la notte della prima volta. Con un urlo che farà venire i brividi alla schiena: The Champions. È l'esordio in Champions per Kim e Kvara, anche se il coreano una Champions l'ha già giocata, quella asiatica, mentre il georgiano in campo europeo ha giocato solo due gare, lo scorso agosto, quelle del Rubin contro il Rakow nel preliminare di Europa League. Ma è l'esordio assoluto anche per Rrahmani e anche per Anguissa. Solo 45 minuti in campo per Lobotka in Champions, quelli del Camp Nou di agosto 2020. E di Kvara parla il ds Cristiano Giuntoli, a radio Kiss Kiss, ammette: «Ci avevano chiesto tanti soldi, poi per via della guerra che è scoppiata si è aperto un canale meno costoso e così siamo riusciti ad anticipare tutti. I tifosi devono essere orgogliosi di De Laurentiis». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA