Napoli-Milan per lo scudetto, Ambrosini:
«È Osimhen la chiave per il tricolore»

Napoli-Milan per lo scudetto, Ambrosini: «È Osimhen la chiave per il tricolore»
di Bruno Majorano
Giovedì 11 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 12 Novembre, 11:24
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Napoli, Milan e poi chissà. La lotta scudetto è solo all'inizio. Dopo 12 giornate di campionato ci sono due squadre prime in classifica a pari punti e una terza, l'Inter, che prova a inseguire a 7 punti dalla vetta. Massimo Ambrosini - voce di Amazon Prime nelle gare di Champions, e di Dazn in campionato - prova a mettere ordine nel puzzle della serie A, tra punti deboli, stelle e possibili sorprese.

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Quindi non si può dire che sia già solo una corsa a due?
«A dispetto del distacco di sette punte dalle prime due, l'Inter è già una terza incomoda. E questo va detto per il valore della rosa e per quello che ha dimostrato fin qui la squadra di Inzaghi».

Che effetti dovremo aspettarci dal derby di domenica scorsa?
«Sia il Milan che l'Inter escono bene dal derby. È stata una partita che ha vissuto di momenti. L'Inter poteva concretizzare di più, mentre il Milan ha il rammarico per non averla chiusa nel finale quando ha fatto un grande sforzo».

Il Napoli non ne ha approfittato contro il Verona...
«Beh, non puoi pensare di vincerle tutte. Quindi anche quel punto va preso e messo in cassaforte. Perché ci sta che in una giornata non sei brillante al massimo. Ecco perché quel pareggio non lo vedrei come un passo falso».

Quale sarà la fase calda della stagione?
«Sicuramente gennaio-febbraio, perché il Napoli dovrà fare i conti con le assenze dei giocatori convocati dalle rispettive nazionali per la coppa d'Africa. Kouliblay, Anguissa e Osimhen costituiscono la vera forza di questa squadra».

Uno su tutti?
«Si fa fatica a non identificare Osimhen come la stella della squadra.

Fin qui è stato decisivo con i suoi gol: ha un altro passo e un altro modo di giocare le partite. Ecco perché dico che se il Napoli supererà indenne il periodo della coppa d'Africa, avrà la spinta giusta per vincere lo scudetto».

Diceva anche di Anguissa...
«Va fatto un plauso enorme a Giuntoli che l'ha preso nel finale del mercato. Di sicuro lo stava seguendo già da tempo: è un giocatore forte, molto di più di quello che ci si aspettava e il suo inserimento nel gruppo è stato fin qui determinante».

La mano di Spalletti?
«Luciano ha indubbiamente dei meriti, soprattutto per aver fatto così bene in così poco tempo. Non era assolutamente scontato che influisse in maniera così decisa».

In cosa vede la sua mano?
«Nella personalità di stare in campo della squadra e nelle varianti in alcuni momenti di gioco. Poi ovviamente la tenuta difensiva, perché se prendi 4 gol in 12 partite vuol dire che la tua è una squadra forte».

L'insostituibile del Milan?
«Tonali. Dopo il campionato dello scorso anno nel quale non è stato brillante, la crescita è stata enorme. Adesso è un giocatore di livello notevole. È un centrocampista moderno e ha messo dentro quella personalità che gli era sconosciuta. Sta facendo la differenza».

In cosa può migliorare la squadra di Pioli?
«Il Milan deve imparare a non essere dipendente dal ritmo, non subire troppo quando va ad alto ritmo».

Da questo punto di vista, un'eventuale eliminazione dalla Champions cosa vorrebbe dire?
«Non credo avrebbe ripercussioni dal punto di vista psicologico e del morale. Di sicuro la Champions ti da tanto entusiasmo e ulteriore consapevolezza. Ma è anche uno sforzo. Dal punto di vista delle energie, però, non penso che sull'andamento del campionato il Milan abbiano risentito delle fatiche di Champions. Certo, sono capitati in un girone complicato anche a causa del ranking e questo li ha messi in una condizione difficile». 

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